Come Anche Noi

Una breve riflessione su una preghiera importante per ogni cristiano.


Alcuni mesi fa il testo storico del Padre Nostro, quello che abbiamo imparato da bambini e che sta in fondo alla memoria anche di chi non lo recita più, è stato modificato ufficialmente in un paio di punti.

In particolare mi piace riflettere sulla frase che ora dice: “… e rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori …”.
Quell’ “anche” è stato aggiunto.
Sembra una piccolezza, fatta per coerenza col testo greco originale, ma ci si può cogliere anche un maggiore invito agli uomini a perdonarsi tra di loro.
Infatti la preghiera dice chiaramente: “Buon Padre, perdona noi, come anche noi perdoniamo chi ci fa del male”.

Ma per qualcuno l’appello potrebbe forse non essere ancora sufficientemente forte.
Infatti mi domando (spero di sbagliarmi): chissà quanti, recitandolo, si sentiranno poco coinvolti, inclini a pensare che il perdonare riguardi gli altri cristiani, i loro peccati e non se stessi? Se così è, la preghiera, ripetuta a menadito, scivola su di loro senza preoccuparli, come gocce d’acqua che cadono su una lastra di vetro, invece che su un foglio di carta assorbente. Perché c’è quel “noi” che fa un po’ da filtro, da ammortizzatore, dentro a cui si diluisce e si stempera l’ ”io”.

Cioè si tende a pensare che riguardi gli altri, i cattivi cristiani. Sono loro che devono pentirsi, perdonare il prossimo, così anche Dio ci perdonerà tutti e starò bene anch'io, nell'immunità di gregge.

Errore: la preghiera va intesa come: "Se tu vuoi essere perdonato da Dio, anche tu devi perdonare gli altri".

Chi io? – Ehi tu!
– Dici a me?
– Perché non perdoni i tuoi fratelli?
– Chi, io?    Ma io non ho nessuno da perdonare!
– Ne sei sicuro?
– Certamente!
– Se pensi così, è probabile che tu pecchi d’orgoglio.    Di certo non hai ammazzato nessuno o rubato, però verso il tuo prossimo come ti sei comportato?
– Mi sono comportato come lui si meritava.

Eccolo qua che salta fuori!    L'orgoglio ci fa considerare giusti e leciti i nostri comportamenti, quindi non bisognosi di perdono.
L’orgoglio maschera i nostri peccati, li legittima, non ce li fa riconoscere; trasforma la realtà, come le lenti affumicate degli occhiali che mettono un’ombra su ciò che è vero e ce lo mostrano in una luce falsata.

Invece, attenzione: il cattivo può essere in ognuno di noi. Anche chi si sente buono e a posto ha le proprie piccole meschinità, la propria spocchia che riaffiora non appena gli pare di venire offeso. Sono dei nonnulla, degli screzi, delle antipatie che portano a mal giudicare il prossimo.
Le cose che ci hanno fatto reagire con pensieri ed azioni non buoni nei suoi confronti sono spesso soltanto nostre fantasie ed allora che ci costa perdonarlo? Ma perdoniamolo anche e specialmente se lui le ha davvero fatte.

Riconosciamolo, pentiamoci ed allora la preghiera diventa vera: "...rimetti a me i miei debiti come anche io li rimetto ai miei debitori ...".

Pensiamoci sù ...

Riconosciamolo!

G.A.

Riguardo all'orgoglio ne parlo anche in:
Armageddon
Il Fiore Orgoglioso

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