I Due Ricchi

I Due Ricchi

Tempo fa avevo scritto un raccontino dal titolo “I Due Poveri”.
Mettendomi adesso dalla parte opposta, vi parlerò de “I Due Ricchi”.

Sono state pubblicate, di recente, le classifiche di chi ha maggiormente guadagnato nel 2023, nell’anno appena terminato.
Sembrano essere in testa: Bernard Arnault, patron di multinazionali del lusso, con oltre 200 miliardi di dollari, poi il solito Elon Musk, famosissimo imprenditore sudafricano e, come terzo in classifica, Jeff Bezos, boss di Amazon, con poco più di 100 miliardi di dollari.

Però ora non vi parlo di loro, i miei due ricchi sono più alla nostra portata.
Dovete dividere almeno per centomila i guadagni dei Paperoni che ho citato e venire con me nel paese di Fantasogno, la cittadina dove io me li voglio immaginare.


Quando, a spasso per le vie del paese, Bill incontra Bull, per farsi invidiare il proprio aspetto e salute, si raddrizza per bene: petto in fuori e pancia in dentro, cappello ben dritto, testa alta e sorriso aperto. Il ricco Bill
Poi, giusto mentre si incrociano, aspira forte, forte il suo grosso Avana-Cohiba e, in una azzurra nuvoletta di fumo, saluta:
– Carissimo Bull, buona giornata!

Il ricco Bull – Altrettanto a te, amico caro, – lui gli risponde e, mentre cerca di cogliere meglio i dettagli del collo di morbida pelliccia della giacca dell’altro, sventola alta la mano, per mettere in mostra il suo nuovo anello con un magnifico rubino luccicante, grosso come una ciliegia.

Beh, per stavolta l’incontro finisce: uno a uno, alla pari.
Nessun vincitore, vedremo alla prossima!
Perché in realtà è sempre così: la loro è una sfida continua, per primeggiare e prevalere. Metà dei loro pensieri, ogni giorno, si concentra su questo obiettivo: riuscire a dimostrarsi un passo più avanti dell'altro.

Loro sono i due più ricchi del paese, così si dice in giro, ma ognuno dei due vorrebbe essere il primo in assoluto, senza dubbi o incertezze.
Finirà prima o poi la loro sfida? Forse sì, forse no.

Attenti: potrebbe arrivare la volta buona. Sentite un po' che cosa sta succedendo.

Dopo l'incontro che vi ho raccontato, Bill prosegue la sua passeggiata mattutina, lanciando sbuffi e nuvolette di fumo a destra e a manca.
Quando s’è stufato del suo sigarone e decide di buttarlo, lo getta a terra con nonchalance.
Le sue abitudini sono ben note nel quartiere ed un ometto, che non può assolutamente permettersi cose così costose, lo ha seguito sin lì, aspettando giusto il momento di raccattarne il mozzicone. Finalmente ora lo può raccogliere e soddisfatto esclama:
– Mille grazie a lei e tanta felicità!

Un ringraziamento un po’ originale, non vi pare? Quelle parole cominciano a giostrare e a frullare nella testa di Bill:
– Tanta felicità, ... tanta felicità ...
Lui non riesce davvero a smettere dal rimuginarle, finché arriva a chiedersi:
– Ma cosa vuol dire: tanta felicità?     Ne ho davvero bisogno, io, di un tale augurio?

Dapprincipio penserebbe di no, perché con tutta la ricchezza che possiede va da sé, è automatico, che lui stia bene, contento e felice. Ma, continuando a rifletterci, ad un certo punto domanda a se stesso:
– Ma sono felice, io, ora?
– Né felice, né infelice. In questo momento sto benino, – si risponde, sospirando.
– Ma un’oretta fa ero felice? – prosegue nel suo pensiero.
– Così e così, come adesso, – si rassicura, – però stamattina c’è stata quella cosa che m’ha rattristato, poi l’ho lasciata svaporare ed ora sono sereno.    Sì, sono sereno … però la serenità non è la felicità.

L'assillo non gli dà tregua e si domanda:
– Quando … quando sono stato felice?   Mmh ... ieri?   Forse sì, forse no ...   E l'altro ieri?

Pensa e ripensa. Alla fine della giornata Bill arriva a questa conclusione:
– Ma se non sono felice, io, con tutti i soldi che ho, chi mai può dire di esserlo a questo mondo?
Il pensiero liberatorio, prima di addormentarsi è:
– Domani lo voglio chiedere a Bull.

Ed ecco, infatti, che il mattino seguente, dopo i soliti saluti, Bill domanda, un po’ esitante:
– Scusami tanto, ma ho bisogno davvero di chiederti se tu sei felice.
– Ma che domanda sciocca mi fai? – Bull risponde, sorpreso, – ma certo che sono felice!
– E lo sei sempre?   Ne sei sicuro? – lo incalza Bill.
– Beh, sì … ma, … non so.   Hai ragione, forse non lo sono sempre.   Anzi, lo sono solamente ogni tanto, per un po’, per un pochino, per alcuni minuti, perché poi qualche preoccupazione, qualche tristezza mi occupa la mente, mi toglie la serenità e mi cancella i pensieri più belli.
– Ed è così anche per me, – conferma Bill, – hai visto che non era assurda la mia domanda?
– Hai proprio ragione.   Non si è sempre felici, ma solo di tanto in tanto.
– E, magari, è di più il tempo del “no” di quello del “sì”, – insiste Bill, – non credi?
– Lo riconosco, hai davvero ragione, – ammette Bull e prosegue, – e mi chiedo come mai, con tutto ciò che noi possediamo non riusciamo a trattenerla, a tenercela stretta questa benedetta felicità!   È davvero troppo passeggera, sfuggente e scivolosa …
– Amico mio, ci troviamo proprio d’accordo, – dichiara Bill. – Dai fermiamoci un attimo, sediamoci qui, su questa panchina e ragioniamoci insieme ancora un poco.

E così fanno.
Il dialogo prosegue sereno e li porta a concludere che una volta che si è data risposta ai bisogni del corpo (fame, sete, salute) e quelli del cuore (emozioni, affetti), tutte le persone, ricche o povere, sono alla pari.
Le piccole cose, che possono procurare qua e là una scintilla di gioia, succedono a tutti e non dipendono da quanto grosso sia il proprio portafoglio. Anzi: mantenere una grande ricchezza è certamente un motivo di preoccupazioni maggiori, che tolgono spazio ai piccoli momenti felici.

Viene da concludere che, quasi quasi, mostrarsi ricco voglia dire mostrarsi povero di gioia ed allora dichiarano:
– Ah, caro Bull, io domani esco in tuta e scarpe da ginnastica. Non mi va di dimostrare agli altri che sono poco felice.
– E io non voglio apparire meno felice di te … vedrai, Bill, che cosa mi metto domani!

Ehi, che fanno? Cominciano una gara al contrario?


Felicità?

Allora se vi chiedete se i quattrini diano ad Arnault, Musk o Bezos più momenti di gioia e felicità di quelli che voi riuscite a provare, rasserenatevi: siamo tutti alla pari.
Anzi no: mantenere una grande ricchezza è un motivo in più di preoccupazioni...

G.A.

Ritorno all'Archivio dei Racconti    Ritorno alla Selezione dei Racconti



© Copyright Giorgio Altichieri - 01/2024 Tutti i diritti riservati.