TV Docet

TV Docet

TV Vuoi forse parlar ancora male di Sanremo?
Già l'ho fatto.
Ora non voglio criticare il festival in sé, perché stavolta è andato un po’ meglio: meno circo equestre, meno clown pitturati che saltano, ballano e canticchiano.
Ho però un altro aspetto, collegato, su cui lamentarmi.


La TV insegna, cioè la TV fa scuola a chi la guarda. Siete d’accordo?
Vale qualunque sia l'età, ma, certamente, ha maggiore influenza sui più giovani, che sono più pronti ad imparare, più ricettivi, ancora alla ricerca di esempi e di modelli.

Questa nostra TV che insegna a tutti noi, ha una buona influenza?
Mi piacerebbe poter dire di sì. Purtroppo, guardando le trasmissioni correnti, la risposta non è positiva. Tanta indifferenza, aggressività, maleducazione vengono dagli esempi mostrati in TV.
Capisco le esigenze delle reti commerciali: loro campano assecondando la pubblicità e chi altro le finanzia. Ma la TV nazionale, quella che noi paghiamo automaticamente nella bolletta dell'energia elettrica, dovrebbe essere estranea e superiore ai giochi di business.
Invece, ecco che il carrierismo, la competizione tra i tanti dirigenti e giornalisti messi lì da questo o da quel partito politico, produce i suoi guai.

Ma perché dici ‘ste cose? Caro mio, sei un vecchio brontolone!
Allora chiarisco.
Mi indispettiscono i telegiornali che mescolano le cronache di brutte disgrazie con stupidaggini e frivolezze varie, che, trasmesse nell'istante immediatamente successivo, allontanano il pensiero e l'emozione dai fatti dolorosi appena visti.

Spiegati meglio.
Ad esempio, ti sembra giusto che la TV ci racconti con immagini toccanti quanti italiani siano stati ammazzati nelle "foibe" ed immediatamente, un solo secondo dopo, ti mostri l'intervista col divo del momento, che sta andando alla sua serata di Sanremo?

E non basta.
Il servizio successivo ci mostra, adesso, le immagini dolorose delle distruzioni, delle tragedie procurate dal terremoto in Turchia e in Siria.
Sono altrettante trafitture al cuore: palazzi di otto e più piani interamente crollati, mucchi di macerie, soccorritori in ascolto del minimo suono di chi sta chiamando da sotto quei cumuli.
C'è gente infreddolita, senza più casa, lì fuori al gelo, in attesa del salvataggio miracoloso di qualche parente.
Tante persone disperate, pompieri, volontari che scavano a mani nude.
Gruppi di soccorso già sul posto e quelli che ancora stanno arrivando ...

Ma ecco che, mentre sfuma l’immagine di quel tremendo disastro, il TG ci mostra il faccione allegro di un commentatore burlone, che aggiunge, sul festival di Sanremo, altre inutili banalità a quanto già raccontato da questo o da quello in ogni altra trasmissione della giornata.

Segue qualche spunto di attualità e poi ecco: l'ultimo reportage sulla guerra in Ucraina.
Gli inviati ci mostrano distruzioni, miserie e disperazioni. Palazzi sventrati, fosse comuni, poveri vecchi rimasti da soli a seppellire il vicino di casa nel terreno gelato.
Cara TV, mi ci vuoi lasciar riflettere un po' su tutte queste cattiverie?
Macché! Vuole ancora ribadire che a Sanremo tutto va bene, che tizio e caio verranno questa sera e canteranno pirulì-pirulà.
Non ce ne avete già parlato abbastanza in tutte le altre trasmissioni della giornata?
Perché insistere ancora e impedire le giuste riflessioni sulle cattiverie che ci avete appena mostrato?
Che insegnamento è mai questo? Ascoltare senza riflettere?
È giusto educare così i giovani che ci sostituiranno domani?

Però, mio caro, il festival non è solo spettacolo. Là si è parlato anche di cose importanti. Si è inneggiato alla costituzione, alla famiglia, al rispetto delle minoranze, contro le discriminazioni, la guerra, ... blabla, blabla ...

Tutte belle cose, però la TV ci ruba la possibilità di riflettere e assopisce pensieri e sentimenti importanti che ognuno dovrebbe provare!
Allora: è come se un ladro venisse a casa tua, te la mettesse sottosopra, ti rubasse cose preziose, ma ti lasciasse sul tavolo un mazzo di fiori.

Fa’ un po’ tu il bilancio ...




TV ?



G.A.

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