Tanti e Pochi

Tanti e Pochi

Verso una vita successiva.


Ho immaginato e arrotondato qualche numero, ma non penso di sbagliare di molto.
Il mio ragionamento è: in natura da un "tantissimo" alla fin fine ne vien fuori un "pochissimo".

Lo chiarisco con qualche esempio.
Semi di mela Se sbucciate e vi preparate una mela ci potete trovate almeno una decina di semi. L'albero di quella mela, durante la stagione ne ha maturato magari un centinaio, quindi ha prodotto mille semi.
Se quell'albero non crescesse nel frutteto, ma liberamente in natura, i semi dei suoi frutti, rimasti attorno a lui o trasportati nel bosco dagli animali che se ne sono cibati, dovrebbero generare nuovi meli. Ma quante piante riuscirebbero veramente a crescere?
Se non sapete rispondere, avete ragione, perché non è frequente trovarsi dove crescono i meli selvatici.

Forse, quest'altro esempio è più verificabile. Mettete voi qualche numero.
Pigne di abete Quante pigne produce un abete nel bosco?
Alcune pigne sono maschili altre femminili; quelle maschili diffondono il polline per le piante vicine; ogni pigna femminile fecondata diventa un seme. Calcolate un po' quanti semi l'abete sparge lì attorno.
Ma quanti abeti vedete nel bosco e quanti piccoli alberelli, nati dai loro semi degli anni prima trovate ai loro piedi?
Il bilancio non è certo entusiasmante: forse, da mille semi che oggi l'abete produce, soltanto uno potrà diventare un vero abete frondoso.

Passiamo dal mondo vegetale a quello animale.

Di certo anche voi avete visto qualche documentario che mostra la schiusa delle uova delle tartarughe marine, deposte in buche scavate nella sabbia presso la riva.
Tartarughine È un corri, corri di quei piccoli esserini verso il mare. Ma non tutti, ahimè, ce la faranno.
Alcuni sbaglieranno la strada, altri saranno un ottimo cibo per i gabbiani, ma anche quelli che raggiungeranno il mare troveranno pesci ed altri predatori lì in attesa per farsene un banchetto.
Quante tartarughine sopravvivranno e riusciranno a crescere per diventare adulte come la loro mamma? Forse meno, molte di meno di quante immaginate.

Ma anche i pesci e le altre creature del mare hanno le loro difficoltà.
Quante uova avete trovato nel ventre del branzino che ieri vi siete preparati per la cena?
Tante da non poterle contare.
Se fosse rimasto libero nel mare, quanti pesciolini sarebbero nati e quanti sarebbero diventati adulti come lui?
Veramente pochi, perché, se ogni uovo o avannotto sopravvivesse, il mare sarebbe ormai un formicaio di pesci.

La natura si comporta così.
Produce e propone mille per mille, ma il successo, il raggiungimento della vita successiva si realizza soltanto per molto pochi.
Da una prima vita si passa alla prossima attraverso una cernita, un vaglio strettissimo: uno solo su mille ce la fa (come cantava Gianni Morandi).
Ma forse è ottimistico, perché è più vero pensare: uno su diecimila, su centomila, su un milione ...

Tutto questo vale anche per gli esseri umani?
Cioè, vale anche per il nostro passaggio dalla vita attuale alla successiva?
Voglio dire: da questa vita al Paradiso, se ci credete?
C'è anche lì una strettissima "cruna d'ago" a fare da filtro al nostro passaggio?
Oppure Dio, infinitamente buono, ci perdona tutti e l'inferno rimane assolutamente vuoto?
Così immaginava qualche teologo del XX secolo (H.U. von Balthasar).

Pensiamoci su.




Inferno e Paradiso



G.A.

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