Dentro!

Dentro!

Dentro? Dentro nel "metaverso"!
Cari amici, ho quattro nipoti, di cui tre femmine.
Hanno un brutto vizietto, molto comune ai ragazzi d’oggi: non sanno staccarsi dal telefonino.
A loro, e a tutti quelli come loro, dedico questo raccontino.


– Aiuto, fatemi uscire! – sta gridando Pinuccia.
E dove mai si trova? Da dove è che lei vuole uscire?
È forse rimasta chiusa nel bagno della scuola o della pizzeria?
No, no, Pinuccia è a casa sua, anzi, era a casa sua, ma ora si trova incastrata in uno spazio molto piccolo e scomodissimo.
Non capisco, spiegami: che cosa mai le è successo? Dove si trova lei adesso?
Ahimè, Pinuccia è finita dentro allo schermo del suo telefonino!
Lo vedi, è quello lì sul tavolo? Quello che vibra, saltella, si dimena e gracchia come una rana impazzita?
Dentro Ma va là! Com'è mai possibile!
Ti giuro è proprio così: lei davvero è finita lì dentro e sta cercando in tutti i modi di venirne fuori. Non è il suo Avatar, è proprio lei in persona.

È da un po' che grida e chiede aiuto, ma inutilmente. Purtroppo non c'è nessuno che sappia liberarla. Bisognerebbe almeno sapere che cosa stesse facendo nell'istante in cui c’è stata risucchiata dentro. Chissà che cosa stava guardando? Come si fa a saperlo? Lei sul telefonino ci vede un po' di tutto e ci si perde per ore ed ore ogni giorno.

È proprio così: ogni momento ed occasione son buoni per averlo in mano e guardarci dentro.
Pinuccia lo accende appena si sveglia, lo sfoglia già in bagno, prima e dopo la colazione.
Non lo spegne in ascensore, anche se rischia di perdere la linea.
Lo ascolta e lo sfoglia mentre cammina per la strada, col rischio di inciampare da qualche parte.
Ovviamente è sempre acceso se viaggia in autobus o in metropolitana.
Conclusione: è sempre lì ammaliata, affascinata col quel benedetto telefonino in mano. Non sa staccarsene neanche per un minuto!

Ma dai, com'è possibile che adesso ci sia finita dentro? Non ci credo!
Poverina, non so davvero come le sia successo. Ma è proprio così.
Non so per quale ignoto influsso o attrazione metapsicologica. Non so per quale assurda combinazione elettronica, ma, improvvisamente, lei si è trovata risucchiata tutta quanta, intera, proprio lì dentro a dove stava guardando.
Un ruzzolone elettromagnetico, un'incomprensibile smaterializzazione e transfer dallo spazio reale della stanza, fin nel bel mezzo di quelle immagini che la stavano affascinando.
Forse era troppa, troppa l'attrazione magica delle stupidaggini che scorrevano sul piccolo video?
O forse lei le stava rivivendo con davvero tutta quanta la mente e i sentimenti?

E adesso come possiamo aiutarla?
Come facciamo a tirarla fuori da quel trabocchetto in cui lei è andata ad infilarsi?
Non lo so davvero. Bisognerebbe conoscere le cose in cui stava navigando.
E se poi le conoscessimo, che meccanismo o magia potremmo escogitare?

Pinuccia non si dà per vinta e sta prendendo a pugni le pareti dello schermo che la trattiene prigioniera.
I bordi si deformano, ma poi, elasticamente, si rinnovano intatti, identici a come erano prima.
Il telefonino saltella sul tavolo, il video reagisce ai colpi, alle botte, ma non cede. Sfarfalla un po', ma poi si ricompone inalterato, con Pinuccia sempre lì dentro, in mezzo a quella infrangibile, assurda cornice elettronica!
Fa davvero pena vederla ora lì imprigionata!
– Non ne posso più, son qui dentro da più di un'ora! – lei continua a gridare con più fiato che ha.

Possiamo fare qualcosa, per aiutarla?
Su, diamoci da fare. Cerchiamo su internet notizie dei nuovi, recenti virus della rete.
Ecco, forse qui se ne parla. Ci sono delle news sul nuovissimo brain-hunter, un virus mangia-cervelli. Pare che in Australia abbia già compiuto molti guai, che assomigliano proprio a quelli in cui Pinuccia adesso è cascata.
Continuiamo a leggere, forse danno anche la soluzione.
Allora, che dice?
Un attimo, un attimo di pazienza, bisogna leggere e capire bene tutta la spiegazione.
Sì, ora sembra chiaro cosa occorre fare: ci sono tre passaggi.
Dai proviamo a liberarla!

Primo passo: aprire nel telefonino la nicchia della scheda e individuare una piccolissima vite: eccola qua. Svitarla completamente e capovolgere lo smartphone sul water, per lasciar colar fuori tutti bit e i byte puzzolenti che contiene (l'odore viene dalle cose si stavano guardando).
Ma che schifo! Sembra proprio ...
Fatto!

Passo due: digitare sulla tastiera il "tampone-password".
Qual è?
Eccolo qua: “IO, XXXX, PROMETTO CHE D’ORA IN POI USERO’ DI MENO IL TELEFONINO”; mettendo il nome giusto al posto delle XXXX.
Anche questo l’abbiamo fatto.

Ultimo, terzo, importante passaggio: attendere 15-30 minuti, dopodiché, chi è rimasto imprigionato nel video deve mostrare la sua pancia.
Ma perché mostrare la pancia? Non sta bene ...
Ma va là, non le vedi come son tutte in giro per la strada. Ormai nessuna non si fa più alcuno scrupolo.
Su continuiamo.
Allora: se, appena sopra all’ombelico, comparirà una sola linea blu, significa che la persona può essere liberata rapidamente. Basterà togliere e lasciar scaricare la batteria dello smartphone.
Se, invece, comparisse anche una linea rossa sotto all’ombelico, significa, purtroppo, che è in atto una forte infezione e che il malcapitato va lasciato là, dove si trova, per almeno 40 giorni.

Sarebbero 40 giorni senza usare il telefonino per chi ci si sta dentro?
E già ...
Una super disintossicazione!

Dai, proviamo il tampone a Pinuccia …
Sarà positiva o negativa?




Cellulare si/no



G.A.

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