Campagna Elettorale

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Pensieri in libertà …


Votare Al momento in cui sto scrivendo le votazioni sono ancora lontane.
Manca qualche settimana.

Non so cosa ne verrà fuori alla fine. Speriamo per il meglio.
Però mi danno molto fastidio i modi in cui i vari politici si attaccano l'un l'altro e l'ovvietà di tanti loro discorsi.
Sembrano i bambini della scuola elementare che ripetono a menadito la lezioncina appena imparata. Ognuno ceca di scavalcare il compagno che ha accanto, pur se dice le sue stesse ovvietà e volatili promesse.
– Bla, bla ... meno tasse ...
– Bla, bla, bla ... ristori al caro energia ...
– Bla, bla ... insieme all'Europa ...
– Bla, bla, ... bla, bla.

Sono tanti i mestieranti.
Per fortuna in questa tornata ne lasceremo un terzo a casa!
Quelli lasciati fuori dalle liste elettorali e quelli che non verranno eletti che cosa faranno?
Parecchi resteranno a bivaccare tra le pieghe delle proprie strutture, in attesa di riscossa.
Qualcuno si cercherà una nuova occupazione; credo pochi, però.

Mi viene da chiedere chi siano questi signori che han vissuto e che continueranno a vivere di politica.
Ne immagino tre categorie.
Metto in cima gli "innamorati"; li ammiro, ma son pochissimi. Sono quelli che si danno alla politica per cuore, spinti da una molla interna, da una passione civica e sociale.
Li paragonerei al Leopardi: lui innamorato dalla poesia e loro dalla politica.
Anni fa ce n'erano diversi: vedi i padri fondatori dalla costituzione e poi vari leader, illuminati, del dopo guerra. Ma quanto ad oggi: sono ancora così? Fate un po' voi.

Secondo gruppo: i "dilatati". Questi sono personaggi già affermati in qualche campo professionale e che hanno aggiunto alla loro attività un impegno in politica. Ce ne sono di varia provenienza: imprenditori affermati, professori universitari, studiosi in questa o quella disciplina.
Ma se sono già al top, perché si danno alla politica?
Perché il successo, lo spazio già occupato s'è fatto stretto. Loro hanno bisogno di emozioni, di nuovi protagonismi ed allora s'allargano, si dilatano al campo della politica.
Qualcuno per passione, per rendersi utile con la sua esperienza, qualcuno per interesse, per pavonismo.

Il gruppo più numeroso è però quello dei "giocatori". Sono quelli che si trovano a loro agio quando c'è da questionare, da discutere, da litigare. Si sono formati e irrobustiti crescendo nelle segreterie, nell'attivismo del partito o di questa o quell'associazione. Poi in qualche consiglio comunale.
Partiti 2022 Vien loro bene paroleggiare e se ne divertono: è come una malattia, una ludopatia. Han sempre fatto solo questo, non sanno fare altro.
Ahimè, ahimè: sono la maggioranza!
Se han fatto un po' di carriera nel loro partito, quando il vento cambia a sfavore e si sentono abbandonati dalla loro brigata, cambiano volentieri casacca. E ci sono quelli così tromboni da fondarsi il partito personale, ad hoc: ancora un altro!
Vi sembra normale, in un paese occidentale, trovare un centinaio di simboli elettorali?

E allora, per noi elettori?
In mezzo a tanto blablare che fare?
Magari, comportarci come già fatto e votare per "partito preso" come la volta precedente?
Oppure: cambiare completamente, perché ci hanno deluso?

Molto dipenderà da quanti andranno a votare. Gli astenuti nell'ultima tornata elettorale sono stati parecchi ed il trend è in crescita.
Chi sono quelli che votano e quelli che non votano dove cercarli?
Tra i giovani? Tra i meno agiati? Tra i meno istruiti?

A proposito: c'è chi dice che il voto degli ignoranti dovrebbe valere di meno. Dovrebbe valere mezzo voto, perché quelli lo danno di pancia, con poca riflessione.
Sì, però chi sono gli ignoranti?
Sono quelli che dicono che Vercelli sta in Toscana o che l'Ariosto è un cantautore?
O lo è il professore di filosofia che non sa usare Instagram sullo smartphone?
O l'ignorante sono io che non so andare in monopattino elettrico?

Beh, buon voto a voi!




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G.A.

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