Siccità

Siccità

Purtroppo qui al nord d'Italia sta incalzando una siccità già molto grave.
L'ultimo inverno non ci ha dato la sua neve e le piogge sono state scarse. Ora i torrenti sono quasi asciutti e i grandi fiumi mostrano al cielo un letto di sabbia e sassi ogni giorno più vasto.
Le autorità di bacino centellinano il rilascio di acqua dai laghi, mettendo in conflitto: agricoltura, navigazione, turismo e le altre attività economiche locali.
In alcune cittadine già si raziona il flusso dagli acquedotti.
I telegiornali ci mostrano ogni giorno immagini desolanti. Che tristezza vedere una risaia completamente rinsecchita, senza neppure un rigagnolo d'acqua che bagni le misere piantine! È già: è arrivata la siccità, una grave siccità.
Colpisce di qua e di là, senza guardare in faccia nessuno, senza farsi alcuno scrupolo.

Come siamo deboli, nonostante le tante nostre superbie!
Però non soffriamo soltanto di mancanza d'acqua.
C'è una grave siccità anche in altre cose; state un po' a sentire.


La targa in ottone lucido, fuori dell'ingresso è molto appariscente e recita: "Dr Prof John Rain, accademico del Pasadena Word Sience Institute, PanMetheorology recognised consultant".

Entriamo. Nella saletta d'aspetto ci sono alcune persone in attesa.
Dai, proviamo a renderci invisibili e seguiamo l'ingresso del primo paziente.
Ci siamo, sta entrando proprio ora.

Un doveroso scambio di cortesie e poi John Rain, il professore, si aggiusta gli occhiali sul naso e chiede:
– Su, mi dica in che cosa la posso aiutare.
– Ho compiuto da poco gli “anta” e mi sento bene, abbastanza bene, però mi sto accorgendo che non sono più quello che ero alcuni mesi fa. Cioè, è come se al cervello non mi arrivassero più gli stimoli giusti che lo attivino e lo facciano reagire.
– Ho capito, si tratta di "brain drought", di siccità cerebrale.
Dal professore – Che vuol dire? E’ grave?
– Sì e no, dipende. Mi dica: quali sono le sorgenti con cui sta alimentando la sua mente?
– Non capisco, si spieghi meglio.
– È essenziale che la sua mente, il suo cervello comunichi con le sorgenti giuste. Cioè, con che strumenti lei si tiene informato? Che cosa legge, che cosa e chi ascolta?
– Un po’ di tutto, ma, specialmente, PC e smartphone.
– Ahi, ahi …
– Ma perché?
– Perché si tratta di canali artificiali, di tubi senza attrito, oliati e lubrificali. Si deve solo guardarli, ascoltarli e assorbire: tutto qua. Senza fatica, senza alcun lavoro mentale! Non sono ruscelli che scorrono tra i sassi e le erbe della riva, con ostacoli che lo possono rallentare o modificarne la strada, sono invece canali di cemento che portano diritto là dove vogliono arrivare.
– Ah!
– Lei non ci mette nulla di suo. Fa tutto lui: lo schermo. Lei deve solo assorbire, non occorre ragionare: è tutto già pronto, omogeneizzato, digeribile. Non c’è scelta, non c’è messa in dubbio, non c’è alternativa. E si diventa automi pilotati ... col cervello inaridito.
– Ma allora?
– Bisogna metterci di più di se stessi. Occorre fare una cernita di dove trovare le notizie, le risposte. Occorre saper criticare, scegliere, cambiare le fonti. Ed anche incontrarsi fisicamente con gli altri. Non solo virtualmente!

Le parole del professore stanno facendo effetto. Il paziente ha accusato il colpo e chiede:
– La prego, mi dica in pratica cosa devo fare per tornare ad essere quello che ero.
– Libri e giornali sono una grandissima, diversificata risorsa che non s'asciuga mai.
– In effetti, è da un po' che non ne leggo.
– E poi, al di fuori del lavoro, s'incontri fisicamente con altre persone, invece di perder tempo a postare, postare e postare sciocchezze, stupidaggini sullo smartphone.
– In effetti, è proprio quello che faccio. Sono iscritto in vari social e su piattaforme di scambio di opinioni. E poi mi diverto con YouTube, TickTock, Facebook, WhatsUp e simili.
– Non sono sorgenti ristoratrici della sua mente. I social sono come condotte artificiali. Non portano acqua viva, ma tutta roba artefatta, lontana dalla realtà che ci circonda. Molto meglio è attingere ai ruscelli ai rigagnoli naturali, spontanei, quelli senza like, influencer e schematiche progettate per portare là dove stanno gli interessi ed il business di vari furbacchioni.
– Professore, ha proprio ragione. Grazie! Mi ci metto d'impegno a fare come mi suggerisce. Voglio irrorare il mio cervello di cose vere e acqua viva!




Acqua pura



G.A.


– Bah! Tutto qui?
– Eh, sì. Questo mese non son riuscito a fare nulla di meglio.
– T'è venuta la siccità cerebrale?
– Giustappunto ...

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