Il Giraluna

Il Giraluna

In uno dei miei vecchi racconti avevo accennato ad un fiore particolare, il Giraluna, senza però dilungarmici sopra. Ora vi voglio intrattenere un po' su questa pianta.
Conoscete il Girasole, il fiore? Sì, vero.
Bene: il Giraluna è il suo corrispondente.
Bella di notte Nella mia fantasia dovrebbe fare più o meno come lui, seguendo però, non il sole, ma un altro astro: la luna.
Non c'è da meravigliarsi, di fiori che amano la notte ne esistono davvero.
Ad esempio, avete sentito certamente parlare della Bella di Notte, molto usata per cespugli, siepi e giardini. I suoi bei fiori di vari colori non amano la luce del sole e si schiudono soltanto all'imbrunire. Solo allora emanano il loro profumo per richiamare le farfalle e gli insetti della sera e della notte.
La natura, l'evoluzione naturale, ha ritagliato per la Bella di Notte questo suo particolare, diverso spazio di sopravvivenza.


Ed ecco qua la storia del mio fiore notturno.
Ci occorre però andare indietro, in un tempo immaginario, lontano: quando sulla terra in mezzo agli uomini vivevano anche gli gnomi e le fate.
Venite, trasferiamoci!

Ci siamo.
Là avremmo potuto incontrare due ragazzi.
Lei si chiamava Chiomadoro, lui, Amorsincero.
Si conoscevano sin da bambini e giunti nell'età giusta, si erano fortemente innamorati l'uno dell'altra.
Nei loro discorsi s'interrogavano spesso sui sentimenti che provavano, cioè su quanto fosse vero, sincero e grande il loro amore.

Chiomadore e Amorsincero nel prato Eccoli là. Li vedete?
Sono in un bel prato, in mezzo agli alberi e stanno appunto parlando di ciò che vi dicevo.
State a sentire.
– Dimmi quanto mi vuoi bene, – sta chiedendo Chiomadoro.
– Tanto, tanto, tantissimo, – è la risposta di Amorsincero.
– Ma dimmi bene quanto. Fammi capire quanto è grande il tuo amore per me.
Allora lui spalanca le braccia, allargandosele più che può.
Vorrebbe riuscire a toccare sia l'albero cha ha a destra, che quello alla sinistra.
Non li raggiunge, gli mancherebbero pochi centimetri, però egualmente dichiara:
– Guarda. Vedi: il mio amore è grandissimo, come lo spazio che le mie braccia, ora tutte spalancate, possono contenere!

Però quel poco che mancherebbe a toccare entrambi gli alberi rattrista un po' la ragazza. Lui se ne accorge ed allora le propone un’altra dimostrazione.
– Ecco, – dice, – cara, comincerò a saltare e farò un balzo alto, altissimo, così tanto che ti farà assolutamente capire quanto è grande il mio,amore!
– Sì, sì – accetta Chiomadoro, – fammi vedere subito quanto bene mi vuoi!

Amorsincero comincia a fare i suoi salti. Ogni balzo è un po' più alto del precedente.
– Guarda, guarda, – le ripete, – e con il prossimo andrò ancora più in su!
– Sì, sì, – lei l'incoraggia, – ancora di più, di più ...

Gli gnomi cattivelli I due ragazzi non sono là da soli. Tra i cespugli, poco distanti, due gnomi cattivelli, Fortevento e Grossabirba, li stanno spiando. Li hanno osservati fin dall'inizio, provando parecchia invidia per il gioioso passatempo dei nostri innamorati.
Sono infastiditi dal quel loro innocente, semplice gioco.
– Dai, facciamogli qualche scherzetto, – propone allora Grossabirba.
– Sì, sì bell’idea, combiniamone qualcuna delle nostre! – concorda Fortevento.

In quel momento Chiomadoro sta incitando ancora Amorsincero. Pure l'ultimo salto non è stato ancora abbastanza alto quanto lei s'aspettava:
– No, di più. Non mi basta. Vuol dire che non mi vuoi bene come tu dici!
Ma lui, ben sicuro di sé, la rincuora:
– Vedrai quanto più in alto andrò tra un attimo e allora capirai quanto ti amo!
Ed ecco che si rannicchia per raccogliere il massimo delle sue forze e, dopo un fortissimo sospirone, si lancia di nuovo verso l'alto.

Ahi, ahi! È proprio quello che i due gnomi cattivelli desideravano.
Come ben dice il suo nome, Fortevento ha una dote fantastica: lui è capace di soffiare più forte di un tornado, di un uragano; s'è messo a farlo proprio adesso!
E che succede?
La sua tremenda ventata raggiunge Amorsincero, lo abbraccia, lo solleva e l’innalza su, su nel cielo, sempre più in alto ...
– Ti prego, scendi da lassù! Mi fai paura, – gli grida Chiomadoro.
– Non posso! Non ci riesco, è un turbine fortissimo! Non riesco a liberarmene ... – le urla lui, invano, mentre la vede rimpicciolire in basso, sempre più lontana.

Il Giraluna Cari amici, dove arriverà?
Arriverà alla luna? E sì, proprio così!
Come farà a tornare?
Impossibile! Ahimé, dovrà restarsene lassù, lontano per sempre da Chiomadoro ed anche lei lontana da lui.

La mia storia è triste, ma c’è un piccolo contentino.
I veri amori non si possono dimenticare e a porre rimedio ci pensano le fate.
La fata amica di Chiomadoro s’impietosisce e la trasforma in un fiore.
Ora lei è un fiore particolare che rincorre la luna nel cielo e che nel buio della notte dischiude i suoi petali dorati, per mostrarli a quell'astro nel suo cammino silenzioso.
Lassù c’è Amorsincero che di certo la guarda, pure lui, sempre innamorato come una volta.




L'Amore



G.A.

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