La Traversata

Se le preoccupazioni della giornata vi creano qualche difficoltà ad addormentarvi, leggete questo racconto.


Il sole è già tramontato da un pezzo. Che fatica la camminata!
È stato davvero pesante trascinarsi dietro per tutta la giornata quella benedetta valigia.
Ma ora Gigi, finalmente, è arrivato in riva al lago: il lago Notte.

Al pontile, lì ormeggiate, ci sono due barche. Quale scegliere per attraversarlo?
– Senta, venga con me, la traghetto io sull'altra sponda, – lo invita un barcaiolo, quello in attesa accanto alla barca più piccola.
– D'accordo, – Gigi vi carica la sua valigia e vi sale subito sopra.

Mentre la barca si scosta dalla riva i due si presentano:
– Buonasera, io sono Gigi. Possiamo darci del tu?
– Certo! Io mi chiamo Sogno. Sono esperto della traversata, conosco bene il lago e le sue correnti, perciò, con me, amico mio, farai una navigazione tranquilla fino all'altra sponda.
– E quanto ci impiegheremo?
– Ci vorranno, più o meno, sei, otto ore.
– Oh, grazie, – risponde Gigi, – ma lo sai, se non m'invitavi tu, io avrei scelto l'altra barca, perché mi è parsa più grande e resistente?
– Certo, è così. È giusto che sia così, perché quell'altra serve per un percorso, una navigazione molto più lunghi.
– Vuoi dire più di otto ore?
La traversata – Sì, esatto. Deve raggiungere una riva più lontana, più "al di là". Io non ci posso arrivare, la mia non è la barca adatta. Questa può arrivare soltanto fino a Domattina, che sta sulla sponda vicina, diritto, diritto qui di fronte, – gli spiega lui, indicando la direzione in cui stanno navigando.

Sogno sta remando con lena, ma la barca non sembra procedere abbastanza velocemente. Infatti, alle spalle, nella foschia dei vapori, che risalgono dal lago, s’intravede ancora la riva di partenza.
– Se occorre, posso darti anch'io una mano sui remi, – propone Gigi.
– Non occorre, grazie. Comunque, scusa se te lo dico, l'ideale sarebbe stato che tu lasciassi a terra questa tua valigia, – precisa il barcaiolo, – perché a chi arriva sull'altra sponda ne danno sempre una nuova. Anche tu troverai la tua, lì pronta che ti aspetta.
– Dici bene tu, ma questa qua – replica Gigi, battendoci sopra la mano, – contiene delle cose da cui, purtroppo, non riesco a staccarmi.
– Fa’ pure come credi, io te lo suggerisco sinceramente, – risponde Sogno.

Trascorre così qualche minuto in silenzio, poi il barcaiolo precisa:
– Non preoccuparti se io sto remando. Tra un po', se soffia la brezza giusta, potremo aprire la vela. Ci occorre soltanto di arrivare un poco più al largo. Qui ci sono ancora degli scogli, delle secche, dei pensieri tristi tra cui devo manovrare con attenzione.
– Bene allora. Tra un po’ potremo andare più veloci.
E Sogno riprende:
– Scusami se ti ho parlato della valigia; il fatto è che potrebbe impedire qualche manovra. Sta in mezzo alle corde della vela e, se si dovesse virare, potrebbe essere di ostacolo.
– Allora la terrò d'occhio. Ci starò attento, – replica Gigi.

Ora finalmente si è abbastanza al largo ed ecco il vento!
La vela si dispiega, si gonfia e distende magnifici disegni, inaspettati.
– Non pensavo che fosse così bella, – esclama Gigi, – e ai riflessi della luna i suoi colori sembrano cambiare in continuazione!
– È vero, ho scelto un tessuto molto speciale, – conferma Sogno.

Adesso il vento è diventato ancora più teso e sostenuto.
– Che bello! Stiamo andando davvero veloci! – esclama Gigi.
– Ma occorre attenzione, perchè le folate possono cambiare improvvisamente direzione, – avverte Sogno.
Ed ecco che poco dopo accade davvero così e la vela si sposta tutta, di colpo, da destra a sinistra.
– Ohilà, da questo lato è ancora più bella! Che sfumature, che disegni! – grida Gigi, emozionato.

Ed ha ragione, quei disegni e colori sono proprio affascinanti!
Forse troppo? E già!
Infatti Gigi, tutto preso ad ammirarla, non s'accorge che la barca s’è inclinata.
Ora ha il bordo al pelo dell’acqua e la sua valigia sta scivolando fuori.
Una cima le si è aggrovigliata attorno, per un po’ la trattiene, ma poi si scioglie e l’abbandona.
Eccola ora che galleggia là dietro, nella schiuma della scia, e poi s'impenna ed affonda.
Gigi non la vede e, comunque, adesso non gliene importerebbe più: troppo bella la vela e i suoi colori!

La traversata prosegue, ora la barca è sulla rotta perfetta. La navigazione può procedere tranquilla e silenziosa.
Quanto durerà? Bah, chi se ne importa!
È tutto bellissimo, si sta bene così.

Ghrrr, ghrrr … sbam!!
Che botta!

Il colpo sorprende Gigi, ancora ammagliato dalla vela e dai suoi disegni.
– Scusa il colpo, – grida Sogno, – andavamo troppo veloci, ho urtato diritto, dritto il pontile d’approdo.
– Ma siamo già a Domattina?
– Sì, siamo proprio arrivati. Ecco, va’ a registrarti e ti daranno la tua nuova valigia.

Ancora intorpidito e confuso Gigi smonta dalla barca.
Lì sul pontile c'è davvero una valigia che l'aspetta. La prende, la solleva:
– Oh bene, questa è leggerissima, è completamente vuota! Davvero è come dicevi tu.
E così dicendo si gira.
Ma Sogno e la sua barca se ne sono già andati.

Al pontile



G.A.

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