Per il Natale 2021. Ogni tanto vale la pena di sognare un po'.
Il Natale è un giorno importante per tutti: donne e uomini, giovani e anziani, ricchi e poveri.
Lo è davvero per tutti quanti noi, inclusi i diseredati, i barboni ed i più miseri della città.
Di poveracci e senzatetto ce n’erano già tanti, ma la crisi e la disoccupazione seguite al covid ne hanno aggiunto parecchi di nuovi.
Loro ci sono, ma qualcuno s’è abituato a non vederli.
Allora spruzziamo un magico spray sulle pareti di casa e guardiamo un attimo verso quel mondo, quello dei poveracci che stanno là di fuori.
Sí è vero: sono sgradevoli, insistenti, brutti, bugiardi, spesso sporchi e a volte puzzano. Ma non sono marziani, sono persone.
Sono esseri umani con un cuore, un'anima, una mente in cui scorrono i pensieri, i sentimenti, le gioie e le tristezze proprio come dentro ad ognuno di noi: dentro di me e di te.
Qui ora vi parlerò di due di loro: José e Mara.
La loro natura, il desiderio di libertà li porta a preferire la vita randagia, invece dell’accoglienza in strutture dove potrebbero trovare da trascorrere la notte. Ormai ne esistono dappertutto, ma José e Mara preferiscono la strada.
Di solito se ne stanno ognuno per proprio conto, ma oggi è un'eccezione: stanotte hanno deciso di riposare sotto allo stesso porticato.
Sarà per il freddo, sarà per la tristezza delle strade ormai quasi vuote?
O forse perchè non è una notte normale?
E già, siamo in quella della vigilia e domani sarà Natale.
Si sono accoccolati là entrambi, avvoltolandosi per bene nelle loro doppie, triple felpe e cappotti.
A modo loro si vogliono bene e si rispettano.
Non si parlano molto, si scambiano soltanto qualche parola. Sanno che non devono appesantire il cuore l’uno dell'altro parlando dei propri malanni e guai.
Ne avrebbero davvero parecchi se prendessero a raccontarseli.
José aveva una sua modesta attività commerciale, un piccolo banco di cerali e granaglie come ambulante nei mercati rionali. Era un'attività già di famiglia. Poi però un infortunio lo ha bloccato troppo a lungo ed i debiti a seguire hanno mandato a monte quella sua risorsa.
Senza successo ha cercato altri lavori ed alla fine è diventato quello che ora è: un poveraccio senza casa e senza mezzi di sussistenza.
Mara, invece, ha fatto per tanti anni l'impiegata in un ufficio di assicurazioni. Quando il titolare è andato in pensione ed ha chiuso l’agenzia, non è più riuscita a trovare un lavoro equivalente.
Ha provato in mille modi, riducendo ogni volta le sue pretese: babysitter, cameriera, colf; ma poi la crisi le ha chiuso anche queste minime strade e non si è più potuta permettere l’affitto. Ecco perché ora Mara vive per strada.
Capite perchè è meglio che ciascuno tenga per sé e non racconti le proprie tristezze?
Ognuno mantiene chiusa nel suo cuore la propria storia amara e complicata.
I loro discorsi non trattano il passato, ma il presente e cose molto concrete e pratiche.
Infatti Mara dice:
– Stasera ho mangiato alla Caritas e tu?
– Ho preso un sacchetto alla mensa francescana, – risponde l’altro e le chiede:
– Hai freddo?
– Per ora, sto bene, – risponde lei, – e poi, se occorre, ho qui anche una grossa coperta che oggi ho tirato fuori da un cassonetto in piazza dei giardini.
– Invece a me hanno regalato questo paio di guanti rossi di lana, molto caldi. Ma me ne basta uno, l’altro può servire a te. Su prendilo, – dice porgendoglielo.
– Oh, ti ringrazio, – e lei subito se lo infila.
È davvero come lui le ha detto e la sua mano subito ne gode il tepore.
Questo è stato il primo ed unico atto gentile che Mara ha ricevuto in tutta la sua lunga giornata, passata in mezzo a mille e mille persone indifferenti.
Vorrebbe poter fare anche lei una gentilezza al suo amico. Non ha nulla da potergli regalare se non quella calda coperta oggi recuperata. Senza esitare gliela offre:
– José, amico mio, in cambio ti regalo questa mia coperta. Te la lascio con piacere.
Lui è un po’ esitante ma alla fine la accetta. Gli sarà veramente utile nelle future notti più fredde.
I loro discorsi sono finiti; seduti lì dove sono, entrambi chiudono gli occhi e provano ad appisolarsi.
Sono passate più di due ore: adesso è mezzanotte.
Giungono sin lì da lontano i rintocchi delle campane.
È un messaggio d’amore e di pace così gioioso che pure le cose inanimate lì intorno lo vorrebbero assorbire e trattenere dentro di sé.
Ecco perchè la luce del lampione che illumina quel portico silenzioso adesso sembra più bella di prima.
La sua corona luminosa ondeggia, tremula e riverbera così vivamente da farlo sembrare quasi, quasi una stella cometa!
E sotto a quella luce magica anche Mara e José non paiono più loro.
Sembrano più belli, sembrano Maria e Giuseppe.
E già: è Natale!
G.A.
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