Lite tra i Numeri

Oggi c'è un po' di agitazione nel mondo dell'aritmetica.
Le cifre da 1 a 9 e lo 0, i numeri piccoli, quelli che usati da soli rappresentano le unità, ma che messi l’uno accanto all’altro possono formare le decine, le centinaia, le migliaia, eccetera, si sono messi a discutere animatamente.
L'argomento del contendere è: chi tra di loro sia più importante.
Siete curiosi?
Io sì, dai, andiamo a sentire che cosa si stanno dicendo.


Adesso sta parlando l'Uno:
Uno – Io vengo prima di tutti voi, perché l'Uno rappresenta appunto l'Essere Supremo, perciò sono io il più importante!
– Ma che cosa vai dicendo? Sei piccino e magro come uno stecchino. Non vali proprio niente – gli ribatte il Nove – invece io, che sono grosso e robusto, bell'e pronto per diventare un dieci, io sì che mi merito di stare al di sopra di voi e di comandarvi.
– Ma io sono l’inizio di tutti i numeri – gli ribatte l’Uno – sono io lo strumento con cui ogni uomo impara a contare. Senza di me nessuno di voialtri potrebbe nascere ed esistere.

Sette – Io esisto e sono importantissimo, – interviene il Sette, – non sapete che è appunto in sette giorni che Dio ha creato il mondo e che sette sono i giorni della settimana! E poi, se non vi basta, sono ancora sette le note musicali e sette i colori dell'arcobaleno. Io sono anche un simbolo spirituale, religioso e sacro per tanti popoli, che mi considerano magico e capace di portare fortuna!

Subito il Sei vuol dire la sua, accalorandosi: Sei
– Non vantarti tanto tu! Io sì che sono importante. Io sono la sufficienza, l'equilibrio, la tranquillità, la bellezza e l'armonia.
– Ma che dici, imbroglione! – s'intromette ancora il Nove, – tu hai copiato la mia faccia e te la sei messa a testa in giù.
– Ma che bugiardo! – ribatte il Sei, – io sono nato prima di te, sei tu che mi hai copiato, brutto fanfarone!

Nove Il Nove non si dà per vinto:
– Tu, amico mio rappresenti anche il male e il diavolo, non dimenticartelo! Invece io, lo sapete bene che corrispondo alla vita, perché regolo la gestazione di nove mesi per la nascita di un uomo. E poi sono la perfezione numerica, perché attraverso di me, con la "prova del nove" si può controllare l'esattezza di ogni moltiplicazione e divisione.

Due Ora è il Due che vuole evidenziare le proprie qualità:
– Io sono il migliore, senza difetti e sono il primo dei numeri pari. E poi, senza di me ci sarebbe nel mondo soltanto caos, perché io so contenere e tenere assieme le cose opposte, come: il bianco e il nero, il bene e il male, l’uomo e la donna, la destra e la sinistra. Ma non basta, perché, oltre a tener assieme le cose del mondo, io sono imparziale, perché quando devo dividere, lo sempre faccio in parti uguali. Non c’è nessuno più limpido e onesto di me!

Tre – Se tu sai separare io invece so riunire, – ecco che gli ribatte il Tre, – io sono lo strumento della conciliazione, perché occorre proprio l’aiuto di un terzo elemento per mettere d'accordo due opposti. Sono io che porto la pace, la soluzione dei conflitti. La conferma è che io, il Tre, sono considerato da tutti il “numero perfetto”. Ditemi chi altro di voi se ne potrebbe mai vantare?

Quattro – Ma non gonfiarti la testa! Di che cosa ti lodi tu che non vali nulla! Non c’è alcun essere vivente con tre gambe, – è il Quattro che interviene e aggiunge – gli esseri viventi, quelli più grandi e intelligenti hanno giusto quattro arti, cioè due braccia e due gambe, due ali e due zampe o quattro gambe. Sono io, il Quattro, che permetto a loro di agire nel mondo, di muoversi e di stare in piedi! E poi, se non vi basta, ciò che ci sta intorno è fatto di tanti “quattro”: sono quattro le stagioni, quattro i punti cardinali, quattro gli elementi del mondo secondo gli antichi filosofi: fuoco–acqua–terra–aria. Io, il Quattro, rappresento l’equilibrio e la completezza! Cinque

– Tu parli di gambe, ma guarda un po’ una mano! Quante dita ci vedi? – s’infervora il Cinque – con le cinque dita delle sue due mani sono io, il Cinque, che ho ispirato all’uomo l’idea della numerazione decimale. E poi sono cinque i suoi sensi: vista, udito, odorato, gusto e tatto. E io col pentagono rappresento la perfezione dell'Uomo Vitruviano. Se non vi basta aggiungo che l'energia oscura dell'universo prende proprio da me il nome di "quintessenza". E sono sacro nell'Islam e nell'Induismo e in molte altre religioni. Otto

È la volta dell'Otto:
– Caro mio, tu stai parlando a vanvera. Sono io il numero sacro e perfetto. Infatti mi puoi girare come vuoi, mi potete mettere sottosopra, a gambe all’aria e non cambio: mica come il Sei e il Nove che litigano per la loro silhouette. E poi se mi sdraio su un fianco io sì che rappresento l’infinito, l’universo, il tutto! Zero

Lo Zero ribatte con forza:
– Tu Otto sei l’infinito ma io, così rotondo, pur se vuoto rappresento la continuità, l’eternità. Sono io la più grande invenzione della mente umana, che ha creato me per poter rappresentare anche il nulla. Se mi sommano o mi sottraggono non produco effetti, ma se mi moltiplicano distruggo tutto. Divento invece incontenibile e porto nello spazio infinito chi mi usa per dividere. Ecco la mia forza, la mia potenza!

—o—

Beh, ognuno di loro ha dei buoni argomenti e ognuno di loro è importante e ha la sua funzione. Non vi pare?
Potrebbero starsene in pace serenamente, invece i nostri numeretti non vanno proprio d'accordo.
L'Otto adesso se l'è presa col Quattro.
Ahi, ahi, qui succede (letteralmente) un QuarantOtto!

Quarantotto



G.A.

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