Zona Rossa

Zona Rossa

Aprile 2021: il covid-19 sta colorando l’Italia.
Le regioni, col passare delle settimane, diventano ora gialle, ora arancio e, ahimé, anche rosse.
Ad esempio, la Lombardia ora è zona rossa: ci siamo entrati, poi usciti e adesso ritornati.

Purtroppo, il blocco di tante attività commerciali trascina in cascata il fermo di quelle dei loro fornitori e di tutti i prestatori di servizio collegati. Zone
Per alcune categorie s'è introdotto qualche ristoro economico e sconti di tassazione.
Sono agevolazioni quasi sempre insufficienti e di cui ci si lamenta; ma pur se timide e in ritardo, almeno riconoscono la presenza del danno per quelle attività e per le persone che vi lavorano e le esercitano. Forse poi se ne terrà conto ulteriore in qualche altro modo.

Ma non è sempre così, perché l’attuale nostra società consumistica ci lega l'uno all'altro in rapporti economici molteplici, sottilmente e fortemente intrecciati, magari insospettabili in prima analisi.
Ad esempio, avete certamente sentito che il fermo di una stagione teatrale lascia all'asciutto non solo gli attori e chi gestisce la struttura degli spettacoli, ma anche gli elettricisti, i meccanici di scena, i costumisti, i truccatori, i parrucchieri, eccetera, eccetera.

E ci sono casi ancora meno evidenti e trascurati, ad esempio quello di cui ora vi parlo.


Tonio è un lavoratore ormai anziano, direi, prossimo alla pensione, se ne avesse accantonata abbastanza.
Da giovane lavorava come operaio in fabbrica, ma poi ha dovuto lasciare quell’azienda perchè stava decentrando molte lavorazioni all’estero.
Ha allora ritentato in altre tre, quattro società, passando da questa a quella per un motivo o per un altro, finché, alla soglia dei 60, s’è inventato un suo lavoro d’artigiano autonomo.
Infatti, ora Tonio fa il lubrificatore di serrande, cioè delle canaline delle saracinesche dei negozi, in modo che, alzandole e abbassandole, scorrano per bene, senza intoppi e cigolii.

Magari l’avete incontrato anche voi, forse domandandovi che cosa mai faccia quell'ometto che se ne va in giro reggendo una lunga asta con in cima un pennello e, nell’altra mano, un barattolo di liquido scuro e oleoso. Quelli sono appunto gli strumenti del suo lavoro. Magutt de la cler

Tonio ha i suoi clienti a cui si presenta nel giro periodico per fare la giusta manutenzione. Poi ha quelli occasionali, perché non trascura d'affacciarsi in ogni negozio della strada, offrendo sempre un suo utile intervento sulle loro saracinesche.
È un lavoro semplice ma onesto, che lui fa volentieri e che fino a poco fa gli è bastato per le sue modeste esigenze.

Un tempo erano diversi gli artigiani dediti a questa attività, poi sempre meno, perché ormai esistono dei buoni prodotti fai-da-te, coi quali il negoziante stesso può mantenere ben ingrassate le serrande del proprio esercizio.
Quindi Tonio è uno degli ultimi lubrificatori di saracinesche; in milanese diremmo: un ultimo "magutt de la cler".

Però, adesso, a causa della zona rossa, i negozi son quasi tutti chiusi.   Cosa fa Tonio?
Va in giro lo stesso, ma percorre strade e marciapiedi semi deserti, dove le serrande sono quasi tutte tristemente abbassate.
A stento riesce a combinare uno o due interventi in una giornata, in qualche negozio di cibo d’asporto, bar o bottega alimentare. Ma è ben poca cosa.

Ormai sono mesi che fa fatica a raggranellare il necessario. Chi si preoccupa di lui?
È un lavoratore inesistente nell’economia che conta.
Chi mai nel sindacato o nella politica s’imbarcherebbe a rivendicare un ristoro per Tonio? Nel bene o nel male è trasparente, è come se non esistesse.

Fino a ieri Tonio ha continuato lo stesso a camminare, a percorrere le solite strade, offrendo a stento il suo lavoro. Ma oggi non è neppure trascorsa la mattinata che già è stanco o meglio, più che stanco, è rassegnato, moralmente abbattuto.
Troppi i negozi chiusi, oggi non ha ancora combinato nulla! Così si è messo a sedere su una panchina dei giardinetti del quartiere. Assai rammaricato ha socchiuso gli occhi.
Magari un po’ di riposo gli ridarà la carica necessaria?

Macchè, non può starsene lì tranquillo: è arrivato uno strano signore che s'e piantato, proprio davanti a lui e che intende parlargli. L'intruso
Vuole forse qualche informazione?   Ma no, sembra che lo conosca, lo chiama per nome:
– Dai Tonio, non ti avvilire, qui adesso non hanno bisogno del tuo lavoro, ma io so invece dove tu sei ancora molto utile.

Tonio socchiude appena gli occhi, ma poi se li stropiccia per accertarsi bene di ciò che vede:
– Scusa, non ti conosco e sei un po’ strano. Chi sei?

Infatti, davanti a lui s'è piantato un bel signore, alto, robusto, ma con qualcosa di bizzarro, fuori del normale.
Ma che cosa?
Forse perché lì dove s’è messo, di fronte a lui, non fa ombra sul terreno? O forse per quel tenue alone luminoso che contorna la sua figura?

L'intruso non risponde e prosegue:
– Dai, Tonio, se vuoi possiamo lavorare insieme e ti assicuro che c'è parecchio da fare.
– Io so soltanto oliare le serrande, le saracinesche dei negozi, ma sono tutti chiusi. Dove pensi che possa andare a trovarne di aperti?
– No, no, non ti occorre cambiare posto. Devi solo cambiare il tipo di serrande, il tipo di porte su cui lavorare.
– Beh, anche sui cancelli e sui portoni ogni tanto mi capita di far qualcosa. Pure lì occorre ungere bene i perni e le cerniere per poterli aprire e far scorrere senza fatica. Io lo so fare, ma son pochi quelli che me lo chiedono: non è un lavoro che dia da campare.

Ma l'altro insiste:
– Senti, Tonio, io avrei proprio bisogno che tu venissi con me e mi aiutassi ad oliare bene delle porte. Mi saresti davvero d'aiuto.
– Se sai dove c'è ne sono abbastanza, ci vengo volentieri.

Era proprio quello che l’altro voleva sentirsi dire.
– Allora ascoltami bene, ti spiego: io ho bisogno di te per lubrificare le porte dei cuori delle persone.
– Ma cosa!   Mi prendi in giro?
– Oh no, anche i cuori hanno le loro porte ed occorre che funzionino bene. Bisogna che si aprano senza fatica. I cuori non devono restar chiusi su se stessi, senza che ci si preoccupi del prossimo. E poi non devono trattenere le cattiverie e i rancori che magari racchiudono, occorre invece che li buttino fuori e facciano spazio a pensieri migliori e più belli!

Tonio ha un attimo d'esitazione. Poi pensa che forse l'altro sia un po' matto e che è meglio non contraddirlo, così gli risponde:
– Sarebbe stupendo, ma questo non l'ho mai fatto, mi spiace. Non sono mica uno psichiatra che riesce a leggere nei pensieri e nella mente.
– Da uomo non lo eri, ma adesso che sei qui con me puoi fare tante altre cose, anche questa.

Tonio è rimasto frastornato, perché forse ha capito, ma teme di crederci.
Eccolo che si tocca, si tasta le braccia, le gambe. Prova anche a pizzicarsele più volte, ma non sente nulla, ed allora chiede timidamente:
– Puoi tu dirmi se questa mia sembianza che vedo, ma che non posso afferrare è la mia anima?
– Esatto, ora l’hai capito. Io e te siamo due anime, due anime buone!

Un'onda di stupore e poi un turbine di goia avvolge Tonio:
– Ma è bellissimo, è meraviglioso! È stato facilissimo ... son passato dal mondo terreno fin qui da te senza alcuno sforzo, senza soffrire!
– Vuol dire che te lo sei meritato!
– Allora sono contento, voglio fare con te le cose belle che fanno le anime buone, – dichiara con entusiasmo.
– Oh, bene! È appunto quello che ti proponevo poco fa.

Tonio subito si alza dalla panchina abbandonando gli attrezzi che ora non gli servono più.
Era da tanto tempo che non si sentiva così agile e in forma.
Mentre insieme s’incamminano, chiede:
– Qui non è zona rossa vero?
– No, qui è zona azzurra.
– Ma … vorrai dire bianca ...
– Caro Tonio qui è proprio zona azzurra: è il Paradiso!
– Già, è vero! Scusa.
– Quella rossa c'è, ma sta giù, molto più in basso. Ma là non hanno bisogno di te, le porte restano sempre chiuse!


Andiamo ...



G.A.

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