La Variante Inglese

Stiamo lottando da più di un anno contro il Covid-19.
In Italia come in altre nazioni sta diventando dominante la sua “variante inglese”, chiamata così perché è stata inizialmente identificata nel sud dell’Inghilterra.
Eravamo allora nel dicembre del 2020 e tale variante s’è subito dimostrata più contagiosa pur se, fortunatamente, non più aggressiva del ceppo originale del virus.
Nel momento in cui scrivo si va diffondendo con una prevalenza del 20-25 per cento.

Però adesso vi parlo di Leonardo da Vinci.
Ma che c'entra? Vi chiederete.
Un po' di pazienza e lo scoprirete.


Andiamo indietro nel tempo fino nel 1517: dov’è Leonardo da Vinci?
Sta viaggiando verso la Francia con alcuni amici ed il fidato servitore. Il re Francesco I lo ha chiamato là e lo sta attendendo con impazienza.

Francesco è il successore del re Luigi XII, suo cugino e cognato. Come mai sta cercando Leonardo?
Perché, dieci anni prima, quando Leonardo lavorava a Milano come ingegnere e pittore per gli occupanti francesi, la sua fama era arrivata fino al re Luigi. Questi aveva allora tentato di chiamarlo in Francia, ma non c’era riuscito.
Ora finalmente il grande genio ha accettato l'offerta del re Francesco I, dietro la promessa di importanti incarichi che riceverà nel suo regno.

Leonardo porta con sé un grosso carico con parecchie sue opere: manoscritti, documenti, dipinti, nonché vari strumenti e attrezzi di sua invenzione e creazione.
Il viaggio è lungo, attraverso territori a volte pericolosi per il brigantaggio, ma il convoglio ne ha già percorso più della metà e sinora tutto è andato per il meglio. Numerose le tappe fatte e proprio quest’oggi sono state superate le Alpi al Monginevro.

Essendo giunto il tramonto, il convoglio di ferma a pernottare alla locanda “Coq Noir”.
È un punto importante di transito e di sosta per i viaggiatori che hanno appena valicato le Alpi, venendo dalla pianura Padana e per quelli che vogliono attraversarle in senso opposto.

Soltanto pochi consiglieri del re di Francia sanno del viaggio di Leonardo, ma i sovrani si spiano tra di loro, così in quella locanda c’è già qualcuno che lo aspetta e vuole parlare con lui.

Infatti, da giorni è arrivato là Sir Anthony, che ha percorso l’intera Francia venendo da più lontano: nientemeno che dall’Inghilterra.
È un inviato del re Edoardo VIII ed ha una missione importante da svolgere. Ha atteso lì Leonardo per vari giorni e finalmente adesso è arrivato.
Il loro incontro avviene durante la cena.

Come potrebbero mai intendersi, senza alcun interprete, un inglese e un toscano in terra di Francia?
Può sembrare complicato, ma in realtà si comunicava abbastanza facilmente, perché le guerre e le occupazioni con eserciti di ogni provenienza avevano portato in giro per l’Europa le varie lingue.
C’era così una specie di Esperanto ante litteram.

Quando Leonardo entra nel locale dove intende cenare coi suoi compagni di viaggio, gli si fa incontro Sir Anthony, che lo saluta con un inchino ossequioso:
– Good evening messer Leonard de Vincis, I am honoré de vous rencontrer. Tu es muy celebré en Angleterre.
– Grazie, mercì, mais qui es-tu? – gli domanda Leonardo.
Sir Anthony allora si presenta, lo informa di averlo atteso alla locanda apposta per incontralo e subito invita lui ed i suoi compagni a sedersi al suo tavolo, in modo da poter discorrere durante la cena.

Chiacchierare dopo tanto cavalcare e camminare fa piacere anche a Leonardo. Viene perciò chiamato l’oste perché prepari il tavolo per tutti loro.
A cena al Coq Noir Basta poco perché il colloquio prenda un tono amichevole e Leonardo informa l’altro della ragione del suo viaggio.

Sir Anthony a sua volta spiega:
– I know déjà votre arrival. My king Edward el m'a ordonné to meet you.
– Per quale raison, monsieur? – s’incuriosisce Leonardo.
– My king has listened du your magnifique painting “Madame Lisà”.
– Oui, muy hermoso, mais je ne l'ai pas encore finì, – risponde il pittore, lusingato d’esser apprezzato fin nella lontana Inghilterra.

Dovete sapere che anche Leonardo riconosce che nel suo quadro c’è qualcosa di stupefacente e ne è orgoglioso. Però non è convinto di averlo terminato. Desidera ancora metterci mano, darci qualche altra pennellata per scovare quel quid che va ancora cercando di tirar fuori dalla tela.
Per questo motivo lo ha nel suo bagaglio e lo sta portando in Francia, sperando che magari là, al prossimo ritocco, scaturisca quel dettaglio che va cercando.

Sir Anthony è interessato al dipinto di Monna Lisa. È noto in tutta Europa e dichiara che il re d’Inghilterra vorrebbe acquistarlo, qualunque sia la cifra chiesta da Leonardo:
– My king ne remet pas en question the price. Whatever est bon!

Ma Leonardo non vuole e non può accontentarlo. Come ho ricordato, il quadro non è ancora interamente finito e poi, quando lo sarà, sarà un giusto dono per il re di Francia:
– Je suis désolé, je dois encore le terminer. Cuando esté terminado, ce serè un cadeau au roi de France.

Sir Anthony insiste e continua a fargli offerte straordinarie.
In alternativa, Leonardo gli propone altre sue opere, perchè non può, né adesso né in futuro, cedergli quel dipinto.
Di fronte a tanta impossibilità, a questo punto l’inglese gli propone:
– I pray you, quand you arrivee a tu destino, please, paint un autre Madame Lisà pour my king and Angleterre!

Che cosa risponde Leonardo?
Lui cerca di chiarire che vorrebbe poterglielo promettere, ma che, poiché conosce bene se stesso, sa che i progetti gli rubano sempre molto più del tempo previsto. Infatti, ne ha parecchi che non è riuscito a finire e che da tempo attendono incompiuti.
Purtroppo sono mille le opere, le idee che vorrebbe realizzare: alcune le inizia, ma poi passano anche dei mesi, prima che lui riesca a ritrovare l’estro, il tempo e la buona voglia per completarle.

Sir Anthony comprende l'onesta ritrosia di Leonardo, ma si fida e accetta di correre i rischi che il pittore gli ha prospettato:
– D'accord. But promets-moi que tu commenceras le Madam Lisà for my king.
E l’indomani, alla partenza, gli lascia una borsa con diecimila scudi d’oro.

Il convoglio di Leonardo riparte e in un paio di tappe arriva a destinazione.
Eccezionale la festa e grandi gli onori. Gli viene dato il titolo di primo pittore, architetto e meccanico del re e la residenza in un castello vicino ad Amboise, dove può dedicarsi alle sue opere.

Non passa molto tempo quando giunge da lui un messaggero dall’Inghilterra, che gli chiede notizie del quadro promesso a Sir Anthony.
Leonardo dipinge Non ne ha avuto ancora il tempo; Leonardo si scusa e promette di iniziarlo.
Così fa veramente e ci lavora un po’ per alcuni giorni.
Ma come è nella sua natura mille altri progetti lo impegnano, occupano il suo tempo e la sua mente. Gli interessano di più la scienza e la fisica.

Quando, ogni tanto, un nuovo messaggero inglese ritorna a sollecitarlo, Leonardo riprende quel quadro, ma i progressi sulla tela sono lenti e modesti.

Ahimé, l’età avanza ed ogni giorno le forze sono sempre un po’ meno di quelle di ieri.
Passano i mesi, inesorabilmente, e nel 1519, a 67 anni, Leonardo termina la sua esistenza.

Dopo le solenni cerimonie d’addio, i suoi amici organizzano la distribuzione di alcune sue opere, così come era desiderio di Leonardo.
Ritrovano anche una cassa con la dicitura “Sir Anthony, Angleterre”, che il genio aveva fatto predisporre. Viene aperta e controllata.
Oltre a vari manoscritti con studi di scienza, arti militari, disegni e carte geografiche, trovano là anche la famosa tela promessa dal pittore, abbozzata e mai completata.
Gli amici controllano il dipinto, ma sono davvero poche le pennellate: qualche tratto degli occhi, un accenno al sorriso, una mano.
– Ben poca cosa! – pensano e lo tolgono della cassa, mettendolo da parte.
Tutto il resto del contenuto parte invece per l’Inghilterra.
Quell’abbozzo incompleto rimane là nel castello. Chissà che cosa poi ne hanno fatto e dove è finito?

Che peccato!
Se Leonardo ci si fosse dedicato un po’ di più, oggi avremmo due Gioconde: sia l’originale nel museo del Louvre, che la “variante inglese” al di là della Manica!


Uomo Vitruviano



G.A.

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