Lo Scrivano

Un tempo esistevano gli scrivani, persone che per mestiere praticavano la scrittura.

Oltre a quelli che stavano negli uffici a stendere e a copiare atti e documenti, ce n’erano poi altri che svolgevano il loro lavoro per la strada, seduti al proprio banchetto.
Che cosa facevano? Scrivevano e leggevano le lettere per gli analfabeti e per chi non ne era Penna e calamaiocapace, in cambio di un piccolo compenso in denaro.
Chi oggi pagherebbe uno scrivano per farsi scrivere una lettera da inviare a qualcuno?
Nessuno, perché gli analfabeti sono rimasti in pochi, soltanto anziani e nei piccoli paesi agricoli o montani. Inoltre, la posta elettronica ed i messaggi sui telefonini hanno ormai quasi del tutto soppiantato le lettere scritte a mano o a macchina.
Quindi, non ci sono più gli scrivani: sono ormai un lontano ricordo.

Il loro mestiere aveva però un fascino innegabile ed io ho voluto fantasticarci un po’ sopra.
Prima ho creato le immagini e poi il racconto.


Guido è uno scrivano di città. Lo è diventato un po' per merito ed un po' per fortuna. Infatti ha avuto l'opportunità di studiare e la buona volontà per applicarsi seriamente, così ha imparato per bene quel mestiere.

Tutti i giorni lo si può trovare seduto dietro al suo piccolo banco, in vicolo Garibaldi, all’angolo presso l’imbocco della via del mercato.
È una buona posizione, perché lì c’è sempre un animato via vai di persone di ogni ceto e mestiere, tra le quali non manca chi ha bisogno di lui.

Al di là dei clienti occasionali, che sono però la maggior parte dl suo lavoro, Guido ha quelli suoi, affezionati, che da tempo e con fiducia ricorrono al suo servizio.

Ad esempio, ogni tanto viene da lui Tina, che lo prega di scrivere al marito Peppino, che fa il soldato di leva in Sicilia.
Nonostante Guido tenti ogni volta di suggerire qualche piccolo cambiamento, alla fine sono sempre le stesse frasi e le stesse parole, quelle che lei desidera fargli arrivare, cioè:
“Mio adorato Peppuccio, non vedo l’ora che ti congedino e ti lascino ritornare da me. Ti aspetto, torna presto! Sempre tua, Tina”.
Lettera molto stringata, poche parole, tariffa base, scontata: 10 centesimi.

C’è poi Luigi, che viene a farsi leggere ogni nuova lettera non appena la riceve, ma che non scrive mai nulla in risposta.
Guido, con discrezione, glielo chiede sempre, ma l’altro non ne è affatto interessato. In realtà, Luigi si preoccupa soltanto di sapere dalla zia se è morto suo marito e, quindi, se ne è diventato l’erede.

Invece, Mara è un’ottima cliente.
Lo scrivano per strada Dopo la lettura di ogni nuova lettera, lei lo impegna parecchio per fargliene scrivere una di risposta, lunga e appassionata. Si tratta di questioni d’amore ed anche assai delicate, perché lei, pur se maritata, s’è infatuata d’un altro uomo, un bel viaggiatore e commerciante straniero, da qualche mese ospite del Podestà.

Mara non vuole farsi riconoscere dai passanti, perciò sceglie i momenti meno affollati e arriva da Guido con un velo sul capo ed un grande rosso ventaglio dietro cui tenta di celarsi. Parla sottovoce, ma poi si fa leggere e rileggere ogni frase, per esser certa che lui abbia trascritto esattamente quelle sue accese parole d’amore.
E non manca ogni volta di assicurarsi:
– Mi raccomando, tutto questo deve restare nel più assoluto segreto!
Al che Guido regolarmente risponde:
– Vostra grazia, illustrissima, qui da me è come stare col parroco nel confessionale!

Mara è davvero una cliente speciale, fonte di ottime entrate: fin anche a una lira per ogni lettera. A volte con una piccola aggiunta, perché Guido si preoccupi pure di farla recapitare al destinatario. Lui sa dove trovare la persona giusta, per la città e i paesi vicini.

Anche Dino è stato per un certo tempo un buon cliente e pure lui per questioni d’amore.
Ogni mese veniva da Guido a farsi leggere la nuova lettera ricevuta da Bice.
Lei è una ragazza giovane come lui ed innamoratissima, però Dino non lo era altrettanto come lei. Infatti le sue lettere di risposta erano quasi sempre brevi, stringate, senza i suggerimenti che Guido gli dava per arricchirle e addolcirle.
Perciò le risposte di Dino non risultavano mai affettuose: preferiva esser diretto e sintetico.

Due mesi fa aveva anche chiesto a Guido:
– Vorrei usare il suo indirizzo di casa per le future lettere di Bice, se è d’accordo?
Lo scrivano aveva accettato e da allora è avvenuto così.

Per qualche tempo ha funzionato bene, perché Dino si faceva vivo per chiedere a Guido se era arrivata una nuova lettera di Bice; se c'era se la faceva leggere e inviava la sua risposta.
Ma da un certo giorno in poi non l'ha più fatto e Guido non l’ha più incontrato.
E sono già passati più di tre mesi dall’ultima volta; nel frattempo sono arrivate a Guido varie lettere di Bice.

Lo scrivano scive a Bice Dopo aver lasciato le prime due per un bel po’ di tempo in vana attesa, Guido ha deciso di aprirle e di leggersele lui.
Non l’ha trovato sconveniente, l'aveva sempre fatto per Dino. Così, se ci fossero state questioni gravi, si sarebbe dato da fare ancor di più per cercarlo: questa era la sua onesta intenzione all’origine.

Però, un conto è leggere una lettera d’amore di fronte al destinatario ed un altro è leggersela da soli, nel silenzio accogliente delle mura di casa.
Può diventare molto breve il passo che ti coinvolge tanto da illuderti di essere tu l’oggetto di quei pensieri d'amore.

Ma ve la devo raccontare tutta per bene.

In realtà, all’inizio i sentimenti di Guido erano di pena, di commiserazione per quella fanciulla così fortemente innamorata ma poco corrisposta.
Ed è incominciato appunto così, cioè Guido ha preparato una lettera di risposta a Bice, per compassione, fingendo di essere Dino.
Non gli è stato difficile, ben conosceva le parole ed i toni delle sue lettere.
Però, ognuno è fatto a modo suo e l’animo cortese di Guido non è riuscito a restar nascosto completamente. Qualche parolina e qualche accenno più affettuoso sono passati dalla mente alla penna fin sulla carta.

Bice legge la lettera di Guido Ahimé! Pur se erano differenze, segni minimi, la sete d’amore di Bice li ha colti tutti.
L’ immediata risposta della ragazza a quella falsa lettera è stata un’esultanza di gioia:
"Amore mio, adorato, finalmente tu sei ritornato il mio amato Dino d'un tempo! Era da un po' che non ti sentivo così vicino al mio cuore ...".

Povero Guido che guaio ha combinato!
– Che faccio adesso? – si è domandato preoccupato per vari giorni.
– Lascio passare il tempo e così metto a tacere la cosa?

Ma poi:
– Cosa farà Bice senza più alcun messaggio, vero o falso, da Dino?

Però:
– Se le scrivo ancora fingendomi Dino, prima o poi lui lo verrà a sapere ed allora mi denuncerà. Allora io perderò il rispetto che mi è fondamentale nel mio mestiere?

Ma anche:
– Non gliene importa molto di lei, forse gli potrebbe persino far piacere?

Molte domande e mille dubbi, ma alla fine ciò che ha prevalso è stato il non voler lasciare Bice abbandonata, senza nessun messaggio, buono o cattivo che fosse. Così ha deciso:
– Le scriverò, portandola pian piano ad un distacco lento che le dia tempo di accettare l’abbandono di Dino.

Ma un conto sono le intenzioni e ben altro sono i risultati.
Fatto sta che, lettera dopo lettera, risposta dopo risposta, la comprensione è diventata amicizia, l’amicizia s’è trasformata in affetto e quest’ultimo è sfociato in amore: un grande amore nel cuore di Guido per Bice!

Dino non s’è più visto.
È passato un anno intero durante il quale i nostri due innamorati (lui sotto le false spoglie di Dino) hanno continuato a scambiarsi decine di lettere.
Parole di tenerezza, frasi dolci e pensieri meravigliosi, traboccanti di calore e d'affettuosità. Vere e proprie tempeste d'amore!

Prima o poi maturerà in qualcosa di più?

Ahimé, no: in qualcosa di meno!
Sono già due mesi che Bice non risponde più alle lettere di Guido.
Lui attende invano un suo messaggio, che non arriva.

E già! L'amore spesso è passeggero, ondivago, va e viene col vento e con le stagioni.
Purtroppo (o per fortuna) non segue le regole della contabilità, del bilancio tra il dare e l’avere.
Valgono invece quelle dello sport, anche se è molto raro il pareggio perchè quasi sempre c’è solo uno che vince ed uno che perde.



Cuore spezzato



G.A.

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