Covid-19

Covid-19 (Il Dubbio)

Amici lettori, in tempi come questi di cosa mai possiamo parlare?
Di coronavirus, ovviamente.


Anche oggi, così come nei giorni scorsi, Gigi e Lola, sua moglie, stanno lavorando da casa in smart-working.

Lui però sembra un po' triste e preoccupato.
Per scoprirne la ragione dobbiamo entrare nei suoi pensieri. Eccoli:
– Mi sento un po' di mal di testa e di bruciore in gola.    Accidenti! Non mi sarò mica presso il covid?

Le e-mail sullo schermo del computer lo distolgono per qualche attimo, ma poi quel dubbio insinuante riaffiora e si ripresenta. Gigi tenta di scacciarlo:
– No, no, non è possibile.    Son sempre stato attento, mi sono sempre messo la mascherina e, appena rientrato a casa, mi sono lavato le mani per bene. No, non posso averlo preso!

E torna a concentrarsi sul suo lavoro.
Ma i brutti pensieri pian piano si riformano e riaffiorano insistenti:
– E se invece ce l’avessi?    Ma davvero non so dove mai potrei essermi contagiato.    Non ricordo alcuna occasione in cui avrei potuto prendermelo.    Suvvia, il mio malessere non è di certo dovuto al coronavirus: sarà invece un normale colpo di freddo.

Il dubbio di Gigi Sì, potrebbe essere così e Gigi ne tiene immediatamente conto:
– Dai, ora mi faccio un te caldo e, per precauzione, mi prendo una Tachipirina.

Cose che fa immediatamente e dopo pochi minuti eccolo di nuovo al suo tavolo coi rimedi che s’è preparato:
– Ecco fatto: mi sento già meglio.    Ma devo guardarmi per bene e con calma quali sono i sintomi tipici, iniziali del covid. Li avevo letti l’altro giorno; ora ricupero la notizia in internet.

Si dà da subito da fare, apre Google; clicca su cerca “covid sintomi”, clic, clic.
– Ah, eccola, l’ho ritrovata.    Qui c’è scritto che i sintomi assomigliano a quelli dell’influenza e che incominciano con febbre, tosse secca, mal di gola e mal di testa.    Io, la tosse e il mal di gola ce li avrei.    Allora è meglio che adesso mi controlli anche la temperatura.

Si alza e va alla ricerca del termometro; poi ritorna:
– Eccolo qua; ci vorrà soltanto un attimo.
E, dopo poco:
– Oh, bene: 36 scarso; evviva, la febbre non ce l’ho!

Ma, povero Gigi, lui ancora si tormenta, non riesce proprio a darsi pace:
– Però se oggi non ce l’ho, potrebbe essere che sia troppo presto perché si manifesti?    Devo leggere per intero tutto quell’articolo: è davvero importante.

Lo richiama sul video e lo scorre con attenzione. Tra le altre cose c’è riportato che i sintomi si vedono dopo circa 5 giorni dal contatto con un altro malato, che può averci infettato col suo “droplet”, cioè con l’aerosol che emette tossendo, starnutendo o anche semplicemente parlando.
– Perbacco, allora dovrei pensare a che cosa ho fatto, a chi ho incontrato e a dove sono andato durante l’intera settimana? E sì, proprio così.

Gigi allora prova a ricordare:
– Dunque: ieri ho trafficato a casa in smart-working, così l’altro ieri. Sono uscito con Lola soltanto per una corsa al supermercato. Però non era l’ora di punta, non c’era ressa, non c’era quasi nessuno e abbiamo fatto presto.    Tutto bene.

Gigi è sicuro di non essersi esposto a nessun contagio neppure il giorno prima. Ma non basta, deve andare ancora più addietro:
– Mercoledì, invece, ho dovuto recarmi in ufficio; all’andata mi son fatto la strada a piedi, ma al ritorno ho preso il metrò.    Ho cercato di stare alla giusta distanza dagli altri, ma era affollato e tra quelle persone ce n’era una che ha tossito più volte.

Questo spiacevole ricordo lo raggela:
– Mannaggia, non devo più prendere la metropolitana e correre questi rischi!
Poi però cerca di rassicurarsi:
– No, non voglio adesso pensare che quell’uomo possa avermi contagiato.    Dai, dai, non lo devo proprio pensare!
Ma nella scia di questo pensiero se ne mettono tanti altri:
– E però, come fare ad escluderlo? Non dipende dalla volontà, altrimenti nessuno s’ammalerebbe … il caso è il caso … non sono io mica protetto da qualche magia … beh, ma neppure maledetto da qualche sortilegio. E allora?

Gigi ha formulato ad alta voce queste ultime riflessioni.
Lola, la moglie, lo ha sentito ed adesso gli si avvicina per ribattere:
– Caro, se sei davvero così preoccupato è meglio che tu vada a farti un tampone.
– Ma dicono che andare a farlo sia una vera odissea. E poi vuol dire andare in mezzo a persone tra le quali c'è probabilmente qualcuno che ce l'ha.
– Allora, mettiti tranquillo e smettila di pensare al peggio.
– È quello che sto cercando di fare, ma non è tanto facile.
– Allora dai, distraiti un po’. Facciamo un break, pianta lì quello che stai facendo e vieni di là con me. Dammi una mano, vorrei fare oggi la mia torta di mele.
– Buona idea! Dai, facciamo adesso quella torta che mi piace davvero!

In pochi minuti sono già all’opera, in cucina. Sono entrambi indaffarati: Lola sta impastando farina, uova, lievito e Gigi s'è preso il compito di sbucciare e tagliare le mele.
Mentre è così impegnato, gli viene spontaneo di citare un vecchio adagio:
– Una mela al giorno toglie il medico di torno ...
Che però stavolta trova l'estro di completarlo con:
– … e di mele, la torta, mette il covid alla porta!

Gli è tornato il buonumore e forse il suo brutto dubbio se n’è finalmente andato via.



Torta di mele



G.A.

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