Compro e Vendo Ricordi

Compro Vendo Ricordi

Riflessioni: ho paura di perdere i miei ricordi. Tuttavia dovrà succedermi.
Dopo una certa età accade inevitabilmente alla maggior parte delle persone. Ed io già ci sarei: ne ho appena fatti '79.
Pare che la perdita non sarà uniforme, cioè, sembra che perderò i ricordi più recenti e che al loro posto mi si farà più forte la memoria degli avvenimenti lontani, specie dell’infanzia e della giovinezza.
Brutto lo stesso però, perché i miei ricordi sono la mia mente, il mio cuore, la mia anima. Chi sarò io senza "tutti" i miei ricordi?
Un pezzetto, un frammento di me stesso? Già, purtroppo!
La medicina finora non ha potuto fare granché. Ci vorrà ancora del tempo.
Quando ci riuscirà sarà forse più bello invecchiare? Forse sì, forse no ...?

Però, sui "ricordi" si possono avere anche punti di vista completamente opposti.
Supponiamo: se uno ha dei brutti ricordi e non li volesse più, deve proprio tenerseli per forza?
Altro esempio, più semplice: i miei ricordi non sono particolarmente brutti, ma non mi piacciono più. Allora, perché non mi dai tu i tuoi, che sono più belli?

Ecco qui un racconto sulla scia di queste mie fantasie


Lungo la strada che Dan percorre ogni giorno per tornare a casa c’è uno strano negozietto, che lo incuriosisce parecchio. Ha un’insegna che recita: "Compro Vendo Ricordi".
– Una sola vetrina e non c'è nulla di esposto? – riflette lui ogni volta, passandoci accanto, – dovrei proprio farci una visitina per capire che cosa lì dentro si commercia.

Oggi è il giorno giusto, Dan s'è davvero deciso: ha spinto la porta ed è entrato in quel posto curioso.
Ma è un locale disadorno, praticamente vuoto: ci sta soltanto un signore, piccoletto, di una certa età, seduto ad un tavolo e di fronte un'altra sedia per il cliente. Null'altro.
Quell'omino, il negoziante, ha uno sguardo vivacissimo, con due occhi che non stanno fermi un solo secondo e che scintillano nel bel mezzo di una nuvola di capelli bianchi, lunghi, spettinati, in assoluto disordine. Davvero molto somigliante ad Albert Einstein.

Dopo un attimo d’esitazione, Dan gli chiede: Nel negozio 1
– Ma davvero questo è un negozio di ricordi, come sta scritto sull'insegna, lì di fuori?
– Sì, certo signore, proprio così: io qui li vendo e li compro.
– Ma non ne vedo esposto neppure uno. Avrei pensato di poter scegliere tra dei souvenir, cioè: cornici, bomboniere, soprammobili o altri ninnoli. Ma qui non vedo proprio nulla del genere, neppure una vetrinetta!
– Ah, caro amico, io non tratto gli oggetti-ricordo. Io compro e vendo i veri-ricordi, cioè: le memorie, le emozioni.
Voglio dire: io commercio le onde di pensiero che riaffiorano nella mente e nel cuore delle persone. Questi sono i ricordi che io tratto.
– Eeh, ... ma che dice! Mi sta prendendo in giro?
– Ma no … assolutamente e le chiedo scusa; ormai dovrei saperlo che la gente che qui entra rimane all’inizio disorientata.
Ma glielo ripeto, glielo confermo e sono assolutamente serio: qui compro e vendo pensieri ed emozioni!

Dan non riesce ancora a capacitarsene:
– Ma si tratta di onde nella mente, di flussi elettrici o magnetici … Mica si possono prendere, impacchettare e dare in giro a chicchessia!
Come fa lei a vendere cose di questo tipo?

Intanto l'omino ha aperto il cassetto del tavolino ed ha estratto un quadernetto nero.
Lo apre a caso. La pagina contiene delle annotazioni ben ordinate e, qua e là, degli sticker di vari colori. Mentre la gira per mostrarla a Dan, gli spiega:
– Ecco qua, caro signore, questi sono alcuni articoli che io commercio.
Ogni adesivo è un ricordo che ho acquistato da persone come lei e che posso rivendere ad altri.
Il colore mi serve per una prima classificazione. Ad esempio qui, tra questi, può vedere: il bianco per le memorie d'infanzia, i verdi sono viaggi e vacanze, l'arancio mi serve per le amicizie, il rosso se si tratta di amore e via di seguito.

Dan ci butta distrattamente lo sguardo:
– E allora? Questi sono soltanto dei foglietti colorati …
– Non lo può vedere, ma ognuno è un accumulatore di pensieri, di onde mentali.
Se io glielo appiccico sulla fronte, in pochi minuti lo sticker si consuma e trasferisce il suo contenuto dentro di lei. Sono ricordi ed emozioni che così potranno affiancarsi a tutti quelli della sua mente e diventeranno assolutamente suoi, indistinguibili da quelli che già possiede.

Mentre Dan rimane ammutolito ed incredulo, l'omino rigira il quaderno verso di sé, lo sfoglia e propone:
– Ad esempio, le piacerebbe … magari ... – e tocca un adesivo verde: – le piacerebbe ricordare di essere stato in vacanza alle Seychelles?
Ecco qua: questa è la soluzione. Dentro ci sta tutto quello che il signor AB, beato lui, ha sperimentato là, la scorsa primavera. Mi ha venduto quei suoi ricordi ed ora li potrei cedere a lei. Serbandoli nella sua mente lei ne potrà trarre grande piacere, deve credermi. Perché le sembrerà di esser stato là per davvero! Le stesse intere sensazioni, come se il ricordo se lo fosse creato lei, come memoria di cose fatte da lei.
– Non mi sembra possibile … – balbetta Dan.
– Mi creda, lei potrà parlare del viaggio come se lo avesse fatto per davvero. Nella sua mente lei si vedrà in quei posti fantastici: sdraiato beatamente all’ombra delle palme, oppure mentre fa snorkeling nel mare azzurro tra i pesci tropicali o mentre si dà alla pazza gioia, divertenosi con tanti amici.
E saprà raccontarne ogni particolare della vacanza come se tutto fosse avvenuto davvero a lei, invece che all’autore originario. Lei vedrà e ricorderà se stesso al suo posto mentre fa tutto quello che lui ha fatto.
Proprio come esserci veramente stato!
E che bel risparmio, non le sembra? Invece di spendere qualche migliaio di euro, potrà avere, a metà prezzo, i ricordi bellissimi di quella straordinaria vacanza!

Sarebbe troppo bello per essere vero; Dan vorrebbe potersene convincere e chiede:
– Ed al signor AB che cosa gli è rimasto nella mente, della sua bella vacanza?
– Ah, nulla, assolutamente nulla. Perché i suoi ricordi son tutti qui in questo sticker verde.
Certamente lo stare là dieci giorni gli avrà giovato in salute, in buon umore, mentre là li trascorreva. Ma ora che non ha più quel ricordo non può averne nessun altro beneficio, cioè: nessun riflesso sull’ottimismo, niente endorfine positive o altri effetti virtuosi derivati da quella bellissima esperienza.

Dan vorrebbe crederci, ma ha ancora qualche dubbio: Nel negozio 2
– Come ha fatto a tirargli fuori i ricordi dalla mente?
– Ah, una piccola ipnosi per selezionare il ricordo da prelevare e poi ho usato uno dei miei sticker in funzione di "assorbimento", invece che di "rilascio". Semplicissimo.
– E quanto glieli ha pagati lei i suoi ricordi? – chiede Dan.
– Amico mio, con questi articoli non faccio calcoli complicati. Io divido e moltiplico per due. Glieli ho pagati la metà di quanto li posso rivendere a lei.

Qualcosa comincia a scalfirgli l'iniziale incredulità. Ora Dan sfiora col dito un adesivo d'un bel rosso brillante:
– E questo, dovrebbe essere un ricordo d'amore, stando al colore, vero?
– Giusto, – e, rigirando il quaderno verso di sé, per leggere le annotazioni, l'omino conferma, – sì, è un grande, un grandissimo amore!
Così, almeno, è stato all'inizio, poi però il tempo ha spento ogni slancio e passione.
Il proprietario me lo ha ceduto per intero, ma io sono riuscito a sfumare le ultime vicende, cosicché questo rimane ancora un bellissimo ricordo da tenersi caro nel cuore.
Se lei se lo prende, il suo pensiero potrà ricordare momenti belli e felici dei vent'anni: incontri, flirt, passioni intense con una bellissima ragazza che le aveva catturato il cuore. Davvero non si potrebbe desiderare un ricordo più bello, tornando agli anni della giovinezza!
Allora Dan chiede:
– E che cosa mi succederebbe se poi, io, per caso incontrassi quella ragazza, dopo tanto tempo?
– Magari il ricordo che qui le posso trasferire gliela farà riconoscere, ma nella memoria dell’altra persona lei non c’è assolutamente. Per la sua ex-innamorata lei è un estraneo assoluto; questo è un po’ il lato debole del sistema, purtroppo.
– Essere rimasti da soli a ricordare è una vera delusione, se non addirittura una tristezza, – commenta Dan.

L’omino annuisce, a conferma, e poi chiede:
– Ma lei vuole comperare o vendere dei ricordi?
– Veramente, adesso che mi ha spiegato come funziona, ne avrei uno poco piacevole, che mi piacerebbe dimenticare.
Un breve silenzio e poi prosegue:
– Lei me lo comprerebbe, anche se poi non penso che potrà mai rivenderlo?
– Beh, non si può mai dire “mai”. Io commercio in queste cose. Vuole farmelo vedere?

L’omino prende il silenzio di Dan per un sì, inforca un paio d’occhiali con lenti azzurre, molto spesse e, mentre gli tiene ben ferma la testa con le mani, lo fissa intensamente.
– Sentirà un po' di mal di mare, ma è solo questione di un attimo, abbia pazienza ...
– D'accordo, – accetta Dan.

Dopo poco l'omino gli chiede:
– Si tratta forse del ricordo di quando lei si è comportato male col suo amico Fred? Di quando ha tradito la sua amicizia, tirandogli uno sgambetto nella carriera?
– Già, appunto: proprio una vigliaccata! Per questo vorrei cancellarla ...
– Amico mio, si può fare.
– E quanto mi costerebbe?
– Certamente meno della cura da uno psicologo, che potrebbe dover fare se il brutto ricordo finisse per procurarle troppo malessere, depressione o guai simili. Diciamo: ... sui duecento euro.
È un buon prezzo. Non le pare?
– Forse sì, – risponde Dan.
– Allora lo facciamo adesso?
– Mi perdoni, vorrei pensarci un attimo, ma non è una questione di prezzo, quello mi starebbe bene.
– Allora io son sempre qui, se vorrà tornare, per quando vorrà farlo.
– D'accordo, – conferma Dan, alzandosi dalla sedia e facendo i primi passi verso l'uscita.

Lì giunto, si ferma un attimo, esitante, per poi rigirarsi verso l'omino e, tentando di scusarsi, dirgli:
– Forse, però è meglio di no. È meglio che io continui a tenermi il mio brutto ricordo.
Sì, è vero che mi rattrista, che mi dà dei dispiaceri, però è pur sempre un pezzo di me stesso. È il ricordo di un errore che è bene che io conservi, perché è un avvertimento per non commetterne un altro. Cioè, è una vitamina, un integratore, o meglio "una vaccinazione" che non devo buttar via!
Mi scusi, grazie lo stesso. Buonasera.

E dal suo posto il commerciante dei ricordi, risponde:
– Lei è davvero saggio. Allora, l'aspetto, magari soltanto per comperare. Io ho qui dei ricordi bellissimi.





Il negozio





G.A.

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