Cappuccetto Nero

Cappuccetto Nero

Quando ero bambino il mondo era ben delineato e semplice. Infatti, le cose belle erano buone e quelle brutte, come streghe, orchi, mostri e lupi, erano cattive.
Però alcuni psicologi, pedagoghi ed altri benpensanti più moderni hanno stabilito che non è giusto schematizzare il mondo così banalmente e che i bambini non devono aver paura di ciò che è brutto.
Ed ecco che, più o meno, dagli anni '70 in poi, hanno cominciato a diffondersi molti giochi coi mostri e brutti pupazzi, destinati anche ai più piccini. Ed a seguire: un'invasione di cartoon horror, film con scheletri, vampiri e fantasmi di ogni sorta.

Così al giorno d'oggi la bellissima fiaba "Cappuccetto rosso", dei fratelli Grimm, avrebbe bisogno di essere riammodernata: il lupo è il nostro amico e la bambina è, invece, il nemico da combattere.
Un po’ sull’onda di questi pensieri ed un po’ per sorprendere i miei più piccoli lettori, ho inventato questa favola.


C'era una volta un piccolo lupo, molto carino. La sua mamma lupa lo chiamava Lupetto.
Ovviamente loro vivevano nel bosco.
Venite con me, andiamo a trovarli.
Ci siamo; è proprio il giorno in cui mamma lupa dice a Lupetto:
– La nonna si sente molto sola. Siccome oggi sei stato bravo, ti permetto di andare a trovarla per farle un po' di compagnia.
– Oh, che bello mamma! – molto felice, la ringrazia.
– Però ti raccomando: quando attraverserai il bosco non distrarti, non allontanarti dal sentiero. Non andare nei prati tra i fiori a giocare con le farfalle!
Ti raccomando, cammina in fretta così non incontrerai Cappuccetto Nero, che è una bambina cattivissima e pericolosa. Si dice che sia sempre così tanto affamata da potersi mangiare persino un lupo intero!
– Starò ben attento, mamma, – lui, ubbidiente, le promette.

Ecco che Lupetto è adesso già in cammino nel bosco.
Felice ed allegro percorre il sentiero, saltellando sulle pietre e nelle pozzanghere più divertenti.
Quand'ecco che una bellissima farfalla azzurra comincia a svolazzargli attorno, stuzzicandolo con le sue giravolte.
Infatti, lei vorrebbe giocare e farsi rincorrere.
– Cara, oggi non posso perder tempo; l'ho promesso alla mamma, – le dice lui, un po' rattristato.
– Ma dai, che c'è di male? Fa' una corsetta qui nel prato con me!
– Non posso, mi spiace ... – si scusa.

Lupetto sta facendo di tutto per rispettare la promessa fatta alla mamma, ma la farfalla è molto astuta e birichina. Eccola che si allontana un attimo, ma è solo per ritornare insieme ad un'altra compagna bellissima, tutta gialla e nera, splendente come il sole.

Ben due farfalle colorate ... sono troppo invitanti! Lupetto finisce col cedere:
– Allora, va bene, giocherò con voi, ma solo per qualche minuto.
L'intenzione è sincera, ma il divertimento è davvero grande. Un minuto tira l'altro e molti se ne scorrono via, senza che lui se ne renda conto.
Il tempo perduto non sarebbe poi così tanto, ma è quanto basta perché Cappuccetto Nero, che sta girovagando nel bosco, arrivi pure lei in quel prato, attirata dai rumori del gioco.

Cappuccetto Nero incontra Lupetto Ma chi è Cappuccetto Nero? È una bambina brutta e cattiva.
Potrebbe essere magari bellina, così come è normale per ogni bimba a questo mondo. Ma la sua golosità le procura fastidi ed inconvenienti.
Le frequenti indigestioni le riempiono il visetto di foruncoli ed i troppi dolciumi che sgranocchia in continuazione le rovinano i dentini.
Risultato: lei appare davvero bruttina.
Mai perché è cattiva?
Colpa dello stomaco, sempre bisognoso di restar pieno, che le procura una fame tremenda. Così ha continuamente un appetito insaziabile, che la porta a divorare qualunque cosa possa contenere: polpa, ciccia o zucchero.

Appena Cappuccetto Nero scorge Lupetto, gongola e si ripromette:
– Me ne farò un bell'arrostino!
Allora gli si avvicina cautamente per non farselo scappare e gli chiede gentilmente:
– Ciao, carino, cosa fai qui nel bosco?
– Sto andando a trovare la mia nonna. Lei è sempre tanto sola e io le farò un po' di compagnia.

Che giornata fortunata per Cappuccetto! Nella sua mente scatta subito questo pensiero:
– Sola? Mmh ... anche se vecchia, la nonna, avrà pure lei un po' di ciccia sotto al pelo ... allora posso prendermi due piccioni con una sola fava!

Così la cattiva bambina saluta in fretta Lupetto e torna di corsa nel bosco, prendendo subito la scorciatoia più diretta per la casa di nonna lupa.
Lì arrivata bussa alla porta e, cercando di imitare una voce da lupo, la chiama:
– Uh, uuh ... ciao nonna, sono Lupetto. Sono venuto a farti un po’ di compagnia!
La nonna lupa è tratta in inganno e, non appena apre la porta, viene afferrata da Cappuccetto Nero, che la lega per bene come un salame, la imbavaglia e, per il momento, la nasconde sotto al letto.

Quindi si sporca il viso con la cenere del focolare e si mette sotto alle lenzuola, in attesa di Lupetto.
Ecco che di lì a poco arriva anche lui e bussa alla porta.
– Uh, uuh ... entra pure, ho lasciato l’uscio socchiuso, – dice Cappuccetto, imitando come può la voce della nonna.
Anche Lupetto cade nell’inganno; entra in casa e poi in camera da letto.

Cappuccetto Nero sotto alle lenzuola Là, Cappuccetto se ne sta tutta sotto alle lenzuola, dove il suo ventre produce una grossa forma tondeggiante.
– Che pancia grossa hai, nonna, – dice lui.
– E già, ho sempre molta fame, – è la risposta sincera.
Allora Lupetto:
– Vieni fuori dalle lenzuola. Non vorrei che tu fossi ammalata, fatti vedere bene in viso.
Lei si scopre appena, appena, ma è quanto basta:
– Nonna mia, hai davvero una brutta cera ... devi aver mangiato qualcosa che ti ha fatto male. Sei piena di brufoli in tutta la faccia, non ti ho mai vista così brutta!

Poiché Lupetto è svelto, agile e non è facile da acchiappare come la nonna lupa, la strategia di Cappuccetto sarebbe quella di attirarlo un po' vicino per saltargli addosso. Allora gli dice:
– Caro, vieni qui accanto a me. Dammi un bacetto, mi aiuterà a guarire più in fretta.

Lupetto sta per avvicinarsi al capezzale, quando scorge la coda di nonna lupa sporgere da sotto al letto. È soltanto un pezzettino, soltanto la punta della coda, ma si muove di qua e di là come se fosse il dito di una mano che sta dicendo: "no, no ... non farlo".
La nonna, infatti, pur se imbavagliata e legata come un salame, ha sentito tutto e sta cercando di sventare le intenzioni della cattiva bambina.

Lupetto in un lampo intuisce che cosa può essere successo in quella casa. Allora astutamente risponde:
– Cara nonna, aspetta un attimo, vado in cucina a preparati qualcosa di buono per saziare la tua grande fame.
E così fa immediatamente.
Là prende subito la pentola più grande, quella che sembra il mastello del bucato! Ci versa un poco d'acqua, due chili di farina da polenta, dieci grosse patate, due cavolfiori, un pollo già pronto per l'arrosto e un bel salame, un chilo di burro e tutto il formaggio ed ogni altro ben di dio che trova in dispensa.
Il fuoco è già acceso e presto il tutto ribolle nel pentolone.
L'odore di quel pappone si sparge nell'aria ed arriva fino in camera, fino al naso di Cappuccetto, che comincia a lamentarsi:
– Che fame, che fame ... aiuto, aiuto! Portami subito qui quello che stai cuocendo!

È proprio quello che Lupetto intende fare. Ne riempie subito una grossa terrina, la porta in camera da Cappuccetto e gliela versa tutta d'un fiato nella bocca spalancata.
Ritorna in cucina, ne fa un'altra terrina e, di nuovo, la fa ingoiare per intero a quella cattiva. La sua pancia si è già gonfiata molto di più.
Lupetto non si stanca, va su e giù dalla cucina alla camera tante volte.

Ora la pancia di Cappuccetto è un grosso pallone che sembra debba scoppiare. Ancora un poco e scoppierà davvero! Ci siamo ... quasi!
Ed ecco: un boato, un frastuono tremendo, un tuono che echeggia fino ai confini del bosco. Cappuccetto Nero esplode in mille pezzetti, che poi, raggiunto il soffitto, si trasformano e ricadono come mille coriandoli svolazzanti e allegri, di tutti i colori.

Che spettacolo: anche in quella brutta bambina, in fondo in fondo, c'era qualcosa di bello ...

Adesso Lupetto può liberare la nonna.
Loro si abbracciano fortissimamente, poi, felici di esser salvi e di aver vinto contro la cattiva Cappuccetto Nero, escono sull'uscio di casa per gridarlo ai quattro venti e farlo sapere a tutte le creature del bosco.

Subito se ne raduna lì una gran folla e ne vien fuori una bellissima festa con canti allegri, balli e tanta baldoria, che dura fino al mattino.





Festa grande





G.A.

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