Damm a trà

“Damm a trà” è un'espressione in dialetto milanese che significa “dammi retta”.
Il protagonista del racconto la utilizza come proprio nome nella sua attività di marketing influencer.


Gim non ha mai avuto tanta voglia di studiare; giocare e divertirsi sono stati da sempre la sua costante passione.
Tuttavia, con le spinte e le frequenti punizioni dei genitori, bene o male, pure lui è riuscito ad arrivare alle scuole superiori.
Ma anche lì ancora: tanta fatica, poca voglia e scarsi risultati.
Come fare?
Al giorno d'oggi per poter lavorare devi avere almeno un piccolo diploma così, alla fine, mirando a questo minimo obiettivo, i genitori lo hanno iscritto in un "diplomificio".
Non occorre andare in Albania, come fanno i figli dei politici. Infatti, ce ne sono diversi anche qui da noi: basta pagare e ti danno quel benedetto pezzo di carta.

Col diploma finalmente in mano avrebbe potuto incominciare il sospirato momento di svolta, con una nuova vita, senza libri da studiare.
Bastava trovare il lavoro giusto, quello adatto per lui.   Ma a Gim non è successo.
Prova di qua: non gli piaceva.   Tenta di là: troppo impegnativo.
Prova quest'altro: ma lo licenziano.   E così via.
Insomma: niente gli piaceva o sembrava adatto a Gim.
A questo punto pure lui ha cominciato a preoccuparsi e a domandarsi come campare senza uno stipendio, come mantenersi senza dipendere dalla famiglia?   E si è dato la risposta.

A Gim, come a tutti i giovani è sempre molto piaciuto pasticciare sullo smartphone e sul pc.
Oggi le nuove tecnologie forniscono interessanti opportunità di comunicazione, attraverso i social, i bolg, ecc.
Gim è un comunicatore, un convincitore nato, così gli sorta l’idea di diventare un influencer.

Successo C’erano le giuste premesse, perché lui riesce ad essere simpatico quasi a tutti e, nonostante le sue modeste conoscenze, sa esprimersi con una discreta autorevolezza.
Ovvero, sa farsi ascoltare e riesce ad essere convincente; forse perché trasmette anche un certo fluido ipnotico.
Non ci credete?   Allora vi confido che c’è chi ha dovuto correre al wc, perché nel discutere Gim gli aveva detto, seccato, “ma no, va a ca..!”.

Contando, appunto, su queste sue qualità innate, Gim ha deciso di diventare un influencer. Come iniziare?
Per prima cosa occorre proporsi con il nome giusto; infatti gli influencer sono tanti, tantissimi, fin troppi.
Con tanta competizione occorre potersi distinguere facilmente.   Come fare?
Innanzitutto: trovarsi un nome che resti bene in mente, facile da ricordare.
Ma è assai importante che non si confonda con quelli degli altri. Deve essere unico, particolare, originale.
Sì: originale!
Pensate, ad esempio, ai cantanti.
Anni fa si davano un nome d'arte che era una semplice abbreviazione di quello vero o la sua traduzione in inglese o uno scambio di qualche lettera. Ma, con l’esplosione incalzante di cantanti e canticchiatori (in Italia sono quasi 40 mila, più altri 100 mila non professionisti), è diventato obbligatorio essere più originali, cercarsi nomi unici, non confondibili.
Ad esempio: che genialità ha avuto Renato a farsi chiamare Zero e Niccolò a scegliersi il nome Ultimo! Chi mai li potrà scambiare con qualcun altro?
E che furbata quel complesso che s’è inventato, nientepopodimeno che “Pinguini tattici nucleari”. Chi li potrà mai confondere con gruppo diverso?

Il nome è una scelta importante, fondamentale: occorre ragionarci su per bene.
Tante le idee: che fatica decidere!
Può andar bene “Ve lo dice Gim”?   No, poco moderno.
E “Advisor2000”?   No, troppo intellettuale.
E provare con “Mi so tut”?   No, abbastanza presuntuoso, può diventare antipatico.
Dai e dai, alla fine Gim si convince e sceglie la voce dilettale milanese “Damm a trà” (dammi retta).
L'uso del dialetto milanese lo rende unico e difficilmente confondibile.
Sembra azzeccato, perché, da un lato è emblematico di ciò che si aspetta di ottenere e, dall'altro, ha un'originalità che incuriosisce e che può farlo sembrare una parola straniera, esotica, il che non guasta.

Trovato il nome il passo successivo è quello di scegliere l'argomento, il tema della sua attività on-line, del suo sito. E Gim decide di dedicarlo a suggerire, a dare consigli pratici su luoghi, avvenimenti, eventi commerciali e non della sua città. Ad esempio: raccontare la sua esperienza in questo e quel ristorante, descrivere le aspettative e le emozioni al concerto del rapper GoTo, esporre gli aspetti piacevoli della sua visita al museo del fumetto, e via di seguito.
Sono cose che destano interesse a molte persone e trovano una buona audience, specialmente tra quelli della sua età.

La sua personalità simpatica, unita al pizzico di charme milanese, attira l’attenzione di alcune aziende del settore benessere e alimentazione dietetica, con cui riesce a stringere i primi contratti di sponsorizzazione.
I suoi video e post diventano virali. Sono tanti i follower che si lasciano convincere dalle sue recensioni, ritenendolo un influencer autentico e affidabile.
Per un po’, tutto sembra andare per il meglio.   Gim riceve vari riconoscimenti e le sue entrate aumentano.
Insuccesso Gli sembra di aver trovato davvero la strada giusta: la fama, il denaro facile e l'apprezzamento di tante persone che si affidano ai suoi consigli.

Ma, come spesso avviene, un facile successo comporta anche rischi e insidie.
Gim, troppo sicuro di sé, si delizia troppo dei suoi successi. Se li immagina inesauribili, automatici, dovuti, anche senza farci alcuna fatica e così si dedica di più a goderne gli effetti che a curarne i contenuti.
Comincia a fare scelte affrettate, promuovendo prodotti senza testarli, confidando più sulla sua popolarità che sulla qualità.
Un paio di sponsorizzazioni si rivelano un flop.
Il pubblico comincia a dubitare, le sue parole non hanno più valore, sono poco credibili.
Le chat si riempiono di offese e derisioni.
Povero Gim!   Una dopo l'altra le aziende che lo corteggiavano si allontanano, preferendo altri influencer e lui, con la reputazione compromessa, alla fine si ritrova sconfortato, senza contratti e con le tasche vuote.

Dove sta ora?   Ve lo dico subito.
Credo che sia quello che dorme là, su quella panchina, proprio sotto ad uno dei suoi ultimi manifesti pubblicitari.
Caro Gim, “damm trà a mì”, la vita è dura.
Anche se sei bello, simpatico non basta: ci vuole sempre un po' di fatica!


abc

G.A. - 05/2025

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