Chi È Che Si Dimentica?

Chi È Che Si Dimentica?

Strani pensieri mentre viaggio in metropolitana.


Sto ritornando a casa in metrò.
Ho trovato un posto per sedermi e mi sono accomodato.
Il mio tragitto è di sette fermate; due già sono passate; nuovi viaggiatori sono saliti, pochi quelli scesi.
Mi sto guardando attorno e scorro in rassegna i passeggeri intorno a me.

In Metropolitana Ci sono persone di tutte le età e di ogni provenienza: milanesi, turisti, immigrati.
La maggior parte è concentrata sullo smartphone per curiosare o giocherellare. Tre o quattro chiacchierano al telefono ed i restanti sono chiusi in se stessi, immersi nei propri pensieri.
Un pezzo di umanità mi circonda ed io ne faccio parte.
Io vi appartengo: loro sono come me e mi attraggono.   Loro sono "il mio prossimo".

Guardo i volti di quelli più vicini. Li scorro, da destra a sinistra, una, due, più volte: ogni viso racchiude una propria storia.
C’è chi sembra tranquillo e sereno, qualche altro, invece, mi pare teso e preoccupato. Tanti hanno un'aria distratta e indifferente. Alcuni no.
Mi hanno insegnato che siamo tutti fratelli: io continuo a scrutarne i volti e ad immaginarmi le loro storie.

Quel signore di mezza età ha evidentemente molta fretta, perché controlla continuamente l’orologio. Chissà quali impegni lo aspettano all’uscita della metropolitana?

Un ragazzo ascolta musica con le cuffie alle orecchie, ma le sue dita s'intrecciano e disintrecciano continuamente, in un nervosismo che la musica non riesce a sopire. Chissà che cosa lo preoccupa?

Due turisti dall’aspetto orientale, seduti proprio qui di fronte, si tengono mano nella mano. Forse sono in viaggio di nozze e hanno visitato i posti più belli di Milano. Devono aver girato tutto il giorno a giudicare dai loro visi stanchi e dagli occhi appena socchiusi.

Quello lì accanto, vestito un po' dimesso, sonnecchia veramente; di certo ha appena terminato un duro turno di lavoro. Spero che si risvegli in tempo, quando il metrò arriverà alla sua fermata.

Qui, alla mia destra, un bambino si diverte dondolandosi sul sedile. La sua mamma sembra molto stanca, ma, quando lo guarda, si illumina e sorride.

Tra me e me rifletto: ognuno qui attorno ha i suoi pensieri, le sue tristezze, le sue preoccupazioni, le proprie piccole o grandi gioie.
Ognuno di loro tiene nel cuore i propri affetti, i suoi desideri, le speranze e le delusioni, i ricordi belli e brutti della sua vita.
Ognuno ha la propria storia personale, una sua lista di eventi e di qualità belle e brutte, di santità e di peccati.
Ognuno ha le sue doti e i suoi difetti, i suoi sbagli e le sue virtù.    Ognuno è diverso e unico.

Siamo in tanti a questo mondo, tantissimi: otto miliardi, tutti fratelli, ma tutti diversi!
Otto “giga” di esseri umani!    Otto miliardi di storie e di liste di vicende, tanto più lunghe quanto più lunghe le vite …

Ed allora mi chiedo: ma come fa Dio a tenerci tutti, proprio tutti quanti, nella sua mente?
Come fa a distinguerci, a ricordarsi per intero di ognuno di noi?
Forse ha una mega-biblioteca?
Ma un libro-diario per ognuno di noi, non servirebbe!    Gli sarebbe poco pratico informarsi leggendoci.
Potrebbe allora avere una sala di monitor?
Otto miliardi di TV, sempre accesi, su ognuno dei quali scorre la vita passata, presente e futura di ciascuno di noi?
Non è certo semplice!
Davvero difficile!
Ma allora, non è che Lui, ogni tanto, si dimentica di qualcuno?
Non è che Dio si dimentica di me?

Troppo strano questo pensiero!
Meno male che sono arrivato alla mia fermata e posso scendere, uscire all'aria aperta e distrarmi un po'.

Sì, il mondo qua di fuori mi sta schiarendo le idee.
Ed ora so come rispondere a me stesso:   "Dio non si dimentica degli uomini, siamo noi che ci dimentichiamo di Lui".


Sala monitor nello spazio

G.A. - 09/2024

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