Il Felixometro

E’ da più di un decennio che sociologi ed economisti propongono dei parametri con cui misurare la felicità di una nazione. E, facendo il verso al PIL (Prodotto Interno Lordo), parlano di FIL, ovvero di "Felicità Interna Lorda".
Il FIL viene stimato tenendo conto di vari aspetti: economia, salute, istruzione e cultura, benessere psicologico e poi: buon governo, etica e rapporti sociali, tutela dell’ambiente e via di seguito.
Il termine "Felicità Interna Lorda" è altisonante, ma in realtà non misura affatto la felicità, bensì alcune opportunità per averla. Si tratta infatti del benessere della nazione, che potremmo anche chiamare “felicità sociale”, ma che non ha nulla a che vedere con la felicità delle singole persone.

Se il FIL è alto, gli abitanti hanno più occasioni favorevoli per essere felici. Ma lo sono poi davvero singolarmente, a livello individuale?
Per valutare la felicità personale il FIL centra ben poco. Servono ben altri strumenti ed altri parametri, con rilevazioni diverse ed analisi di ben altro tipo.
Difficile? Beh, proviamo a pensare che qualcuno abbia tutto quanto occorra e ci riesca ...


Il Mago Giò è davvero bravo e molto apprezzato per tutto ciò che sa fare. Tutti quelli che si presentano nella sua bottega, se ne vanno poi sempre molto soddisfatti. Almeno, così è successo fino a ieri.
Adesso però c'è qualcosa di diverso. Sembra che il Mago Giò non sappia esaudire ciò che un cliente oggi gli sta chiedendo. Di che cosa mai si tratta?

Il cliente è Bob, che lui conosce bene, perché già è stato da lui altre volte, per qualche speciale tisana o pozione. Ma adesso gli ha appena chiesto qualcosa di diverso:
– Mago Giò, vorrei sapere se io sono felice.
– Scusami Bob, tu chiedi a me se tu sei felice? Ma non dovresti esser tu a dire a me se lo sei o no?
– Forse hai ragione, ma in realtà io non so darmi una risposta completa. Cioè: sono adesso meno o più felice di stamattina o di ieri? E tra un'oretta sarò come adesso o più triste? È perché?
– Mmh ... che strana domanda! – borbotta il Mago.
– Ecco Giò, non hai tu uno strumento, con cui potrei misurarmi ogni tanto la felicità? Così come faccio col termometro quando ho la febbre?
Insomma, ce l'hai un oggetto reale o magico che faccia ciò che ti chiedo?

Il Mago Giò non ce l'ha davvero. Però l'idea che Bob gli ha suggerito è così originale che lo sta entusiasmando:
– Che progetto stimolante! – si va dicendo tra sé e sé, ed allora non sa trattenersi dal fargli una promessa:
– Amico mio, dammi tempo una settimana e vedrò di preparartelo!
A Giò, infatti, è sempre piaciuto ingegnarsi, ideare e costruirsi le cose più strane ed ora la sua mente è in fibrillazione all'idea di una macchina capace di misurare la felicità.

Sì, però non è una cosa facile: come deve esser fatta una simile macchina?
Difficile per me e voi, ma non per Giò, che si mette subito all'opera con grande impegno.
Siamo nel campo delle emozioni e delle funzioni cerebrali, dove occorre rilevare e misurare le sensazioni positive.
Bisogna approfondire l'argomento: Giò studia giorno e notte su vari libri di psicologia, bioingegneria e neuroscienze.
Acquista anche nuovi strumenti, li modifica, li integra e li collega ad un potente computer.
Dai e dai: alla fine il Mago ce la fa.
Eureka! Ha davvero inventato e costruito il suo misuratore di felicità personale!
Ora ha in mano il primo FelixoMetro della storia; ovvero un FelixM, come forse lo chiamerà nel futuro brevetto.

Praticamente si tratta di una piccola scatoletta, grande come un telefonino, che, senza bisogno di fili, raccoglie dati, sia dal cuore che dalla mente.
Ed è semplicissima da usare: basta portarsela in tasca e, ogni quarto d’ora, esegue, senza dare alcun fastidio, una nuova misurazione.
Il risultato, un numero tra 0 e 100, compare sul suo piccolo video e resta registrato, con la data e l'ora, nella memoria del FelixM, per le valutazioni a posteriori e poter ad esempio rispondere:
“Qual è stato il mio momento più felice di oggi?” oppure “Quale in un certo periodo?” e così via.

Bob ha avuto fiducia nella promessa del Mago e dopo una settimana, puntualmente, ritorna alla bottega di Giò, che, mentre gli consegna il nuovo strumento, gli dice:
– Amico mio, io te lo lascio gratuitamente, però tu, in cambio devi tornare qui da me tra qualche giorno, per lasciarmi controllare i dati memorizzati e per chiarirmi che cosa ti è successo nei momenti in cui il FelixM ti ha misurato i valori più alti.
Bob accetta senza esitare e così ha inizio la prima vera sperimentazione.

Come promesso, dopo un po' di giorni lui ritorna dal Mago e con soddisfazione gli comunica:
– Il tuo strumento ha funzionato ottimamente! Ho controllato che non sbaglia, perché quando mi sentivo felice, mi mostrava sul video, sempre, un valore oltre l’80!
– Ne sono lusingato, – risponde Giò, – però è importante scoprirne le cause.
Subito salva sul suo PC le registrazioni e ne scorre il grafico nel tempo. Sono ben visibili alcuni picchi e pure qualche zona negativa, allora chiede:
– Puoi, se non è troppo intimo e personale, chiarirmene i motivi?
– Tu sai che ho una bella famiglia, perciò quasi tutte le punte più alte che vedi si legano agli affetti, – confessa Bob, – poi ne trovi qualcuna per i momenti in cui ho ricevuto un riconoscimento, una ricompensa per ciò che ho fatto, nel lavoro e nelle relazioni con altre persone. Le punte negative si collegano ad eventi opposti.

Il FelixM funziona davvero!
Però c’è ancora qualcosa di strano, che non convince Giò.
– Non capisco! Quest’ultima parte delle registrazioni è completamente diversa. Ti ricordi se per caso s’è inceppato lo strumento?
– Ah! Scusami se non te l’ho detto subito. Mio figlio Sam, che ha quasi dieci anni, mi ha visto trafficare col FelixM ed ha voluto usarlo lui in questi ultimi giorni. È un ragazzetto giudizioso e non dovrebbe aver rotto nulla, spero.
– Niente paura, – conferma Giò, – non è guasto, ha solo attivato una scala diversa. Vorrei che tu tornassi qui con Sam e che lui mi descrivesse che cosa ha fatto in questi giorni, in modo che io possa decifrare per bene anche la sua registrazione.

Così avviene. E dal colloquio col bambino risulta ben chiaro che i suoi momenti di grande felicità sono stati quelli dell’attesa per questa o quella bella cosa che lui desiderava.
Il Mago Giò non se ne meraviglia:
– E’ una conferma: lo diceva anche Leopardi nel suo "Sabato del villaggio", è più bella la vigilia che la vera festa. L’aspettativa vale molto di più del momento in cui un regalo o una bella occasione attesa, si realizzano.

Bob, rassicurato che suo figlio non abbia fatto danni, suggerisce:
– Hai misurato la felicità dei bambini e degli adulti. Per completare il quadro, dovresti ora provare con qualche persona anziana, non credi?
– Hai ragione Bob, ma già l’ho fatto. Sono stato io a sperimentarlo su me stesso.
– Bene! E che cosa mi puoi dire della felicità di chi è in là negli anni, come te? Che cosa ti fa felice?
Il Mago Giò confida:
– Per un anziano la felicità più grande sta certamente nell’aver accanto qualcuno che gli vuol bene: non è un segreto.
Ma ci sono anche gli spunti di felicità che vengono dal tuffarsi nei ricordi e poi quelli dal guardare gli altri e sentirsi felici se gli altri sono felici. L'anziano gioisce nei riflessi del passato e del presente!

Al momento di salutarsi Bob lo ringrazia, aggiungendo:
– Caro Mago, il tuo strumento è geniale, ma in fondo, in fondo non hai scoperto nulla di nuovo!

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Amico lettore, cos'è la felicità: è il frutto del momento o una predisposizione del nostro carattere? Cioè: dipende da ciò che ci sta accadendo o da come siamo fatti dentro?
E quanto dura la felicità?
Che domande difficili!

C'è chi sostiene che felicità ed infelicità siano brevi periodi che si alternano nel tempo. Ed io credo che, in particolare, la felicità sia fatta di brevi briciole, cioè che non stia nelle grandi cose, ma nei piccoli frammenti, dispersi qua e là, in mezzo a tutto ciò che ci succede ogni giorno.
Sono soltanto dei pezzettini: non lasciamoli scappare, prendiamoli al volo!


La felicità

G.A.



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