HCP-IP

Siamo ancora a livello sperimentale, ma esiste già un software che, cogliendo i movimenti di particolari punti del viso umano e confrontandoli con milioni di espressioni memorizzate in un grande database, cerca di riconoscere le nostre emozioni.
A chi interessa questa interpretazione elettronica dei sentimenti?
Ad esempio, a chi, di fronte ad un vasto uditorio, vuole valutare l’efficacia dei messaggi pubblicitari, politici, ecc.

C'è però una grossa incertezza già a monte della reazione ad un qualunque messaggio.
Pensiamo a ciascuno di noi, nel quotidiano.
Quando, ad esempio, in famiglia, nella coppia ci scambiamo dei messaggi: chi ci assicura che l'altro stia rispondendo a ciò che "intendevamo" comunicare? Cioè, che siamo stati correttamente "compresi"?
Spesso si crede di capire ciò che l'altro sta dicendo, ma ciò che ascoltiamo non è quello che lui vorrebbe comunicare.
Qui sì che occorrrerebbe davvero qualcosa che ci aiuti!

Chissà ... come in questo racconto irreale?


Mentre Gigi sta passeggiando, ecco che un furgoncino chiaro giunge veloce alle sue spalle, lo supera, per andare poi a fermarsi poco avanti nella via, quella stessa che lui sta percorrendo.
L’autista scende subito e comincia a consultare il pannello dei campanelli, ma non riesce a trovare chi sta cercando.
Quando Gigi lo raggiunge è ancora lì che scorre inutilmente le lunghe colonne dei cognomi. Così, mentre gli passa accanto, quell'uomo gli domanda:
– Ma … la famiglia Bianchi la conosce, per caso?
– No, mi spiace … non abito qui, – risponde Gigi ed aggiunge, – forse, potrebbe non comparire, per motivi di riservatezza.
– Ah, certo … per fortuna da qualche parte dovrei avere il loro numero di telefono …

Intanto, Gigi s’è incuriosito per la strana sigla che compare sui fianchi del furgoncino. Si tratta di due piccoli cuori, stilizzati ed attraversati da un lampo e, più sotto, la sigla “HCP-IP” con la dicitura “Assistenza a domicilio”.
È davvero una sigla strana e non sa trattenersi dal chiedere a sua volta a quell’uomo:
– Mi scusi, ma lei di cosa si occupa? E’ un artigiano … un riparatore? Cosa tratta la sua ditta?
La sigla HCP-IP mi ricorda qualcosa di informatico.

L'incontro E l’altro, prontamente:
– Mi fa piacere che me lo chieda, così potrà farci pubblicità qui nel quartiere, se crede.
Sono un medico, mi chiamo Brain ed esercito come psicotecnico.
Io e la mia società facciamo riparazioni e assistenza sentimentale. Abbiamo una nostra speciale metodologia, che aiuta a ripristinare le relazioni tra le persone o, meglio: le loro comunicazioni interpersonali, qualora si siano guastate.

E allora Gigi:
– A prima vista la vostra sigla richiama i protocolli TCP-IP di internet. Quelli usati nei computer che in rete comunicano tra loro. Però i cuori coi computer non hanno davvero nulla a che fare.

L'altro chiarisce subito:
– La sua intuizione è corretta, infatti noi usiamo i modelli informatici delle reti di computer, ma riadattati ai processi dell’anima e dei sentimenti.
– Ma che ...! Mi sta prendendo in giro ...? – non può far a meno Gigi, di esclamare.

Il dottor Brain ora si è fatto molto serio. Vuole spiegare e difendere il suo lavoro:
– Perché si meraviglia tanto? Il progresso non si ferma, arriva dappertutto!
Cinquant'anni fa a molti sembrava assurdo parlare di computer che sapessero imparare ed usare la propria intelligenza artificiale.
Parevano fantasie, sogni di fantascienza, roba ristretta ai robot dei romanzi di Azimov ...
Ma poi gli esempi sono venuti fuori e oggi abbiamo a disposizione automi e macchine che sanno reagire ad eventi quasi inaspettati. Sanno fare in autonomia attività complesse e sono ormai di grande aiuto nelle fabbriche, nella medicina ed anche nelle normali attività quotidiane.

Gigi concorda soltanto in parte, infatti ribatte:
– Sì, certamente, ma i robot devono operare in ambiti specialistici e ridotti; in loro, la memoria e la mente umana sono riprodotte in termini semplificati, molto deterministici. Invece l’anima, i sentimenti sono sistemi caotici, che coinvolgono talmente tante variabili da sfuggire a regole programmabili o, almeno, programmabili con gli strumenti attuali.

L’altro subito precisa:
– Infatti non siamo ancora agli automi che provino i sentimenti degli uomini.
Sto solo dicendo che, per migliorare le relazioni tra le persone, possiamo appoggiarci alle regole trasmissive che ben funzionano in una rete di computer!
Ed aggiunge:
– Infatti, alla base c'è la stessa esigenza: due o più entità che devono comunicare e saperlo fare bene, senza malintesi.
Perché la comprensione tra le persone è tutt'altro che semplice e scontata.
Infatti, è facile cadere negli equivoci, tra ciò che si vorrebbe dire e ciò che si dice realmente. Ed analogamente: tra ciò che l’altro ascolta e ciò che crede di ascoltare … e così via.

Gigi però obietta:
– Beh, sono attività che già da tempo sono svolte da bravi analisti e psicoterapeuti.
– Certo, – conferma Brain, – però noi lo abbiamo migliorato.
Pensi alla differenza tra un cardiologo, che può solo auscultare col foneidoscopio toni e rumori del cuore ed, invece, alla diagnosi che riesce a fare se ha a disposizione anche l'elettrocardiogramma!

Gigi sta ascoltando molto interessato ed allora il dottor Brain prosegue:
– Ha visto la nostra sigla?
HCP significa: Heart Connection Protocol, ovvero, Protocollo di Connessione dei Cuori.
Communicationgramma I computer ci hanno portati a stabilire delle regole. Quegli schemi oggettivi noi li riproponiamo anche nella comunicazione tra le persone.
Col nostro speciale software, coi nostri monitor ed altri nuovi strumenti, sappiamo tracciare i communication-grammi della relazione interpersonale. E lì misurare forza e risultati di ogni singola fase, per individuare le aree critiche ed aiutare a recuperarle.

A questo punto, Gigi riesce solo a dire:
– Mi sento frastornato, con le idee abbastanza confuse. Però complimenti, capisco che fate una cosa molto importante.

Già si è allontanato di qualche passo, ma poi, ecco che ritorna dal dottor Brain per aggiungere:
– In definitiva, siete tecnologi delle relazioni tra le persone, nella famiglia, nella coppia.
Forse potrei averne bisogno anch'io, mi lascia il suo numero, per cortesia?
Ah ... il progresso!



Comunicazione



G.A.

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