Lettera a Oscar

Un mio saluto, i tuoi ricordi ...


Caro Oscar,
ora sei lassù, ora, dopo tanto soffrire, stai di nuovo bene!

In questi giorni sono spesso venuto a trovarti per farti un po' di compagnia.
Quando i dolori erano meno forti e avevi ancora voglia di chiacchierare, abbiamo ricordato insieme alcuni momenti della tua vita.
Ad esempio, mi è sempre piaciuto sentirti raccontare di quando io, fidanzato di Mariuccia, ero venuto a casa tua, per presentarmi a te e ad Amelia. Quel giorno, scrutandomi per bene, mi avevi detto:
– Tu assomigli molto ad una persona che lavorava con me alla Magneti Marelli
Al che io avevo risposto:
– Ma anche mio papà ha lavorato là ...
Ed allora hai esclamato con piacere:
– Allora tuo papà è stato il mio capo, di quando facevo il disegnatore!
E davvero era stato così.
Ecco, tra noi, oltre alla parentela c’era questo speciale e simpatico legame in più.

Quando mi sedevo vicino al tuo letto, cercavo di farti ricordare cose che ti facessero piacere.
E così mi hai parlato dei tuoi viaggi, delle tue vacanze estive. Sei stato in tanti paesi!
A parte l'Italia, quanti stati diversi hai visitato con Amelia: Grecia, Turchia, Egitto, Olanda, eccetera ...
Per non parlare poi dell'America!     Ben 7 volte hai volato negli USA!
Nel ricordarlo ti si illuminava lo sguardo e, per brevi istanti, scompariva ogni traccia di dolore, mentre commentavi soddisfatto:
– E sì, la mia è veramente stata una vita bella e piena di mille esperienze!

Uno dei tuoi passatempi preferiti, da quando sei andato in pensione, è stato disegnare e dipingere.
Alcuni giorni fa, hai avuto un inatteso guizzo di vitalità. Un temporaneo effetto delle medicine che i tuoi cari (Amelia, Roberta e Stefano) si preoccupavano di farti prendere regolarmente.
Quando sono arrivato da te, mi hai chiesto:
– Giorgio, dimmi, quanti quadri ho dipinto io?
– Credo più di cento, forse il doppio o anche di più, perché ne hai regalati tantissimi in giro, a tante, tante persone, – gli ho risposto convinto.
– Allora, aiutami, aiutami … voglio farne ancora uno, almeno uno … – ed avevi quasi le lacrime, mentre tentavi di scendere dal letto, per provare a fare ciò che tanto desideravi.

Il giorno dopo, venendo da te, come ispirazione per un nuovo quadro, ti avevo stampata una bella fotografia: una valle verde, un cielo azzurro e un bel prato, pieno di bellissimi ranuncoli gialli.
Ma il tuo guizzo di vitalità era sparito: te ne stavi tranquillo, assopito.
Il soggetto per quell’ultimo dipinto l’ho lasciato sul tuo comodino.

Ma ora, lassù, chissà quanti luoghi ancora più belli puoi dipingere nei tuoi quadri.
Caro Oscar, non darli via tutti, come al solito … serbane qualcuno da parte per noi ..
Ciao, ciao,
                            Giorgio



Prato di ranuncoli
Il quadro che non hai dipinto




Ritorno all'Archivio completo     Ritorno alla Selezione dei Racconti



© Copyright Giorgio Altichieri – 92/2016 Tutti i diritti riservati.