Temporary Shop

La morale di questa favola è che non esistono sogni troppo difficili: si possono forse realizzare anche quelli che sembrerebbero impossibili.

Il racconto si sviluppa in un ambiente particolare, un "Temporary Shop", cioè un negozio che resta aperto soltanto per un breve tempo, per poi spostarsi in un'altra località.
In quello della mia favola si vendono merci esotiche, strane, curiose e forse anche un po' magiche.

Vi interessa? Venite con me ...



Brunella Purtroppo nella strada accanto alla casa di Brunella sono rimasti soltanto pochi negozi ancora in funzione. Alcuni sono chiusi già da un paio d'anni e, man mano, altri vanno ad arricchire quella fila.
Quando la bambina passa di là, non fa che rivedere cartelli sempre più scoloriti con le scritte “Affittasi” o “Vendesi”.
Pare davvero che nessuno sia più interessato a commerciare in quel quartiere.
Ora quella via è molto triste: sono troppe le saracinesche abbassate e sempre più arrugginite.
Che bello, invece, quando in quella stessa strada lei poteva fermarsi davanti alle vetrine, attratta da tante cose esposte in bella mostra!
Ora non è più così: soltanto negozi chiusi, abbandonati e tristi ...

Ma questa mattina, che sorpresa! Pare che intendano riaprirne uno, proprio dove un tempo c’era il negozio del lattaio.
La saracinesca è stata rialzata e alcuni operai stanno portando, avanti e indietro, scatoloni, attrezzi e secchi di calcinacci.
Brunella sta passando di lì con la nonna e allora la prega di chiedere che negozio verrà riaperto.
Ma gli operai non ne sanno niente: il loro compito è solo quello di portare via tutto ciò che è rimasto, di ripulire per bene il locale e le vetrine.
Non c'è che da aspettare e stare a vedere che cosa succederà.

Passa ancora qualche giorno, finché arriva quello giusto.
Ecco: se ne sono andati via tutti, coi loro attrezzi: la saracinesca è alzata, il negozio è chiuso, ma adesso è davvero tutto pronto perché riapra.
Non c’è alcuna insegna, solo uno striscione di carta incollato sulla vetrina che dice in caratteri cubitali: “TEMPORARY SHOP”.
La nonna le spiega che si tratta di un negozio che rimarrà lì solo per poco tempo, per poi riaprire da qualche altra parte.
– Beh: meglio di niente! – risponde Brunella, – ma chissà cosa mai ci venderanno?
– Non essere impaziente, sarà una sorpresa, – dice la nonna.

Quest'oggi è aperto finalmente, proprio oggi che Brunella ha avuto il permesso di tornare a casa da sola.
Nonostante abbia promesso alla mamma di tirar dritto e in fretta, di fronte al nuovo negozio la curiosità è troppa: non sa trattenersi. Pur restando coi piedi sulla strada, lei prova a sporgersi un poco all'interno per dare un'occhiatina curiosa.

Ma che strano arredamento!
Ci sono tendaggi e drappi colorati messi tutt’intorno, per nascondere i vecchi muri ed il soffitto che non sono stati tinteggiati. Quei teli che ondeggiano pian piano danno un tono esotico, misterioso: sembra quasi la tenda di uno sceicco nel deserto o l’antro magico di qualche fata.

Il negozio In realtà non c'è poi un granché nello spazio interno: soltanto tre tavoli da esposizione, coperti di velluto rosso, su cui stanno esposti, allineati, oggetti colorati e scintillanti di tutte le forme.
Una vecchietta sorridente sta seduta nell'angolo più lontano. Porta in testa un foulard azzurro da cui fanno capolino due ciocche candidissime. Sono quelle che fanno comprendere la sua età, altrimenti il colorito e la serenità del suo viso farebbero supporre che avesse molti anni di meno.

Brunella educatamente la saluta e chiede:
– Buongiorno, posso entrare?
– Vieni pure avanti, cara, e guarda tranquillamente.
La bimba, dopo la prima occhiata disorientata, chiede:
– Che cosa vende qui, signora?
– Quello che puoi vedere, cioè un po' di tutto. Ovvero: qui ci sono gli oggetti molto particolari, che io raccolgo in giro per il mondo.
Col mio negozio non resto mai troppo a lungo nello stesso posto. Dopo una, due settimane, cambio luogo, città o anche nazione.
Ed in ogni nuovo posto dove arrivo, cerco gli oggetti di artigianato locale da acquistare, mentre vendo lì le cose raccolte nei miei viaggi precedenti.

– Interessante … allora, le cose che qui vedo vengono da molto lontano?
– Per molte è proprio così, bambina mia, osserva questo tavolo. Ci sono piccoli capi d'abbigliamento: capellini e guanti di lana delle Ande, sciarpe e pashmine dall’India, scarpine in seta e babbucce orientali, cinture decorate dai mille disegni e colori, borse in paglia e via di seguito.

Brunella comincia a girare attorno, dapprima un po’ intimidita e senza toccar nulla, ma poi è sempre più attratta da quelle cose originali, desiderosa di sfiorarle, toccarle, cosa che finisce inevitabilmente per fare.
Le piacciono molto e chiede:
– Quanto costano, signora, queste cose graziose?
– Sì, abbastanza, ma meno di quello che puoi immaginare guardando la loro bellezza.
– Allora dirò alla mamma di farle una visitina.

– Ti ringrazio. Ma guarda pure anche nel tavolo in mezzo. Lì trovi i miei oggetti per farsi più belle. Non c’è che da scegliere: spille d’argento, anelli, braccialetti e collane di madreperla, in avorio e corallo; poi perle iridescenti dei mari del sud, fantastiche piume d’uccelli esotici, eccetera.
Dopo un lento giro tutt’intorno, Brunella affascinata e non può che complimentarsi:
– Sono veramente belli, adatti per preziosi regali di compleanno!

– Però, bimba mia, se vai a vedere anche là, più lontano, su quest’ultimo tavolo, ci sono le cose più particolari della mia raccolta. Oggetti che servono per i giochi dei bambini e dei grandi: scacchiere in pietre ed avorio, sfere di vetro con bolle colorate in movimento, carte da gioco che raffigurano principi e principesse nei loro bellissimi costumi e via di seguito, cioè tutto ciò che può divertire nel gioco.

C’è proprio da perdersi nel vedere quegli oggetti, così particolari e diversi da quelli che si trovano nei normali negozi.
Brunella gironzola curiosa anche lì attorno, sempre più ammirata, ma ad un certo punto non può far a meno di esclamare:
– Signora, questo è un dado sbagliato: mostra il numero sette, cioè sette pallini neri. Non esistono dadi così! Possono esserci soltanto i numeri dall’1 al 6, perché un cubo ha solo sei facce, mica sette!
– Cara, ti devo contraddire, perché il mio dado non ha nessun errore: guardalo bene e vedrai che ci sono tutti i numeri, dall’ 1 al 7. Quel dado, dico “quello lì”, ha proprio sette facce … controllalo bene!

Brunella per dimostrare di aver ragione non si lascia sfuggire l’invito. Convinta di sé, prende il piccolo cubo tra le sue mani e lo fa girare, controllando faccia per faccia e scandendo ad alta voce:
– Ecco qua: uno, due, … cinque, sei … sette! Mah! …. però … non può essere … ora riprovo: uno, due, tre, quattro cinque, sei … e…e … sette!
Non posso crederci: sono davvero sette, ma dove si nasconde la faccia che non dovrebbe esserci? Qui intorno c'è ne sono quattro, più una di sopra è una di sotto e fanno sei ... allora dove sta la settima faccia!?

– Vedi bimba mia, non tutto quello che sembra impossibile è veramente tale. Questo dado non è magico, contiene però un piccolo, originale meccanismo che scambia i suoi numeri mentre non te ne accorgi. Me l’ha regalato un artigiano indiano che se l’è costruito con pazienza, appunto per dimostrare ciò che ti ho appena detto.
Non avertene a male, anch’io ho avuto la stessa reazione, finché il fabbricante non mi ha fatto ricredere.

– Ah signora, è un oggetto davvero particolare. Chissà quanto può costare?
– Cara, non costa nulla, io l’ho avuto in regalo e adesso lo dono io a te, perché sei una bimba educata e gentile. Però promettimi che non lo darai a nessuno. Te lo dono di cuore, perché hai una vita lunga davanti a te e mi piace il pensiero che all’occorrenza questo dado ti faccia ricordare che non esistono cose impossibili.
Specialmente, le cose su cui potrai aver perso la fiducia: anche quelle potrebbero avverarsi. Non esistono speranze perdute!

Brunella, felicissima ringrazia la vecchina, la saluta più volte di nuovo dalla porta del negozio e subito corre a casa per mostrare anche alla mamma la piccola meraviglia ricevuta in dono.
Quella sera il papà ha girato e rigirato da ogni parte quel dado, senza riuscire a scoprire la più piccola fessura per aprirlo e arrivare all’originale meccanismo che dovrebbe esistere al suo interno e alla fine ha concluso:
– Quest’oggetto deve essere magico o fatato!

Cari bambini, se oggi cercate quel negozio: non lo troverete più. Ve l'ho detto che è un "Temporary Shop": un'attività che apre, chiude e riapre da qualche altra parte.
Anche Brunella l'ha cercato, ma già dal giorno dopo quella saracinesca era nuovamente abbassata e, almeno da quelle parti, nessuno l'ha più rivisto aperto.

Forse ha ragione il papà: c'è sotto qualche magia!


Il dado magico



G.A.

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