I Tre Gioielli

Ci sono tre tipi di amore: istintivo (da un battito improvviso del cuore), fisico (dal richiamo del corpo) e razionale (dall'accettazione della mente ovvero dalle riflessioni nell’animo).     Si potrebbe scrivere un trattato di psicologia, ma è invece una fiaba.
Infatti ci sono tre gioielli: una collana con una gemma pendente che arriva a sfiorare il cuore, una cintura piena di brillanti fatta per cingere e abbracciare, e un paio di semplici orecchini di perle, ma posti lì, nella posizione giusta per farsi ascoltare e arrivare alla mente.

Non è una favola per tutti i bambini, ma solo per bimbe grandicelle, diciamo per quelle che hanno il permesso di guardare Violetta alla TV …


C’era una volta, ma oggi non c’è più, un paese lontano in cui ogni bambino aveva una Fata-amica che l’aiutava e proteggeva finché diventava adulto. Pochi però avevano l’occasione di incontrare le proprie Fate-amiche, infatti loro preferivano starsene in disparte e farsi vedere solo quando era indispensabile. Ma si raccontava che sapessero fare cose bellissime.

Nel paese di cui parlo viveva una graziosa bambina di nome Margherita. I suoi genitori non le facevano mancare nulla, perché erano nobili e molto ricchi. Ma le permettevano di giocare liberamente coi figli di tutti quelli che lavoravano nel loro palazzo o che vivevano là attorno.
Margherita e gli altri bimbi della sua età stavano quindi spesso insieme: sia maschietti che femminucce ed erano tra loro molto affiatati, nel gioco e negli altri passatempi.
Le Fate-amiche erano assai contente che tra i loro protetti esistesse tanta concordia e amicizia.

Col passare degli anni, inevitabilmente, alcune relazioni si persero, ma altre divennero più forti e importanti. Infatti, con la maggior età si aggiunsero le simpatie tra i ragazzi e le ragazzine.
In particolare, Marco, Gino e Luca andavano molto d’accordo con Margherita e col tempo se ne erano silenziosamente innamorati; dico “silenziosamente”, perché si trattava soltanto di sguardi e piccole gentilezze.
Margherita se n’era accorta e ne era lusingata, ma non aveva mai voluto dichiarare una preferenza per questo o per quello di loro tre.
Se così fosse avvenuto non avrebbe senso la storia che adesso vi vado a raccontare,

Quando Margherita non era presente, quei ragazzi discutevano, chiedendosi chi alla fine sarebbe diventato il suo fidanzato. Era bello immaginare di essere il futuro fortunato. Ognuno cercava di far desistere gli altri due, convincendoli che alla fine lui sarebbe stato il preferito. Ma erano discussioni inutili, perché ognuno alla fine restava nella propria certezza: il prescelto sarebbe stato lui stesso!

Le tre Fate-amiche dei ragazzi facevano analoghe congetture quando la Fata di Margherita non ascoltava e ognuna parteggiava per il proprio protetto. Siccome, comunque, anche tra loro c’era una grande amicizia, di comune accordo decisero di far risolvere la questione direttamente dall’interessata, cioè dalla Fata di Margherita.
Venne così il giorno in cui Marco, Gino e Luca, convocati dalle loro tre Fate si recarono dalla Fata-amica di Margherita per chiedere il suo consiglio.

La Fata li ascoltò e, dopo aver riflettuto per bene, dichiarò che avrebbe fatto una prova speciale, usando tre dei suoi più preziosi gioielli. Ecco come intendeva far svolgere la gara:
– Vi do un’opportunità: col mio aiuto vi trasformerete in tre magnifici oggetti che piaceranno molto a Margherita. In tale forma potrete restare accanto alla mia protetta fino a domani mattina. Io la osserverò e potrò capire dal suo gradimento chi di voi è il più vicino al suo cuore ai suoi sentimenti.
– Bene, – dissero con entusiasmo i tre ragazzi, – mostraci i gioielli in cui dobbiamo trasformarci.

Allora la Fata aprì un suo scrigno dorato e cominciò a estrarli, uno alla volta.
Il primo era una stupenda collana con gemme bellissime, da cui pendeva uno zaffiro azzurro, così splendente e raggiante da illuminare tutta la stanza.
– Io, io … lo prendo io! – esclamarono i tre ragazzi a una voce sola.
– No, figlioli, – dissero le Fate, – prima vediamo gli altri gioielli e poi tirerete a sorte per la scelta.

La Fata di Margherita estrasse quindi il secondo gioiello: era una meravigliosa cintura tempestata di splendide pietre di ogni colore: rubini, smeraldi, diamanti, turchesi e opali. Era davvero un ornamento adatto ad una principessa e i ragazzi per l’incanto esclamarono:
– Ma è un dono davvero splendido! – poi spalancarono ancor di più gli occhi in attesa della terza meraviglia che la Fata non aveva ancora tolto dallo scrigno.

L’ultimo gioiello non poteva però stare alla pari con quelli già visti: era certamente molto bello, ma molto semplice. Si trattava di un paio di orecchini con un’unica, singola, preziosa, pura perla iridescente. Una cosa bellissima di per sé, ma certamente non paragonabile alla collana col topazio o alla cintura carica di così tante pietre preziose.
Era arrivato il momento della scelta. I tre ragazzi fecero tra di loro la conta. Marco fu il più fortunato: a lui toccò la collana meravigliosa. A Luca toccò invece la ricchissima cintura e a Gino, meschino, gli orecchini con la singola perla.
Ma lui, senza perdersi d’animo, decise che avrebbe comunque fatto la gara.

La Fata-amica di Margherita pronunciò strane parole magiche; toccò i tre ragazzi con la sua bacchetta e ognuno scomparve in una nuvoletta di nebbia che andò a posarsi sopra al proprio oggetto prezioso, per poi svanire lì completamente. Adesso cominciava la vera prova!

I tre gioielli Quando Margherita, quel giorno, passò per caso nella sua stanza, trovò i tre gioielli posati ben in mostra sul suo tavolo, su un drappo di velluto rosso.
All’inizio rimase meravigliata, ma poi pensò che fossero regali di qualche ricco amico della sua famiglia: lei ne riceveva spesso. Quei doni le piacevano davvero molto, perciò subito e con entusiasmo si mise davanti allo specchio e si diede da fare per indossarli. Come le stavano bene!

Non vi dico l’emozione dei gioielli nello stare così vicini a Margherita, stretti a lei come non lo erano mai stati prima, quasi un tutt’uno con lei!
Volete sentire i loro pensieri?
– Che incanto cingere il collo di Margherita: le mie perle le accarezzano la pelle vellutata ... il mio topazio appoggiato sul suo petto ora dondola vicino al suo cuore!
– Che gioia, – sussurra tra sé la cintura, – neppure in un ballo appassionato potrei mai abbracciarla e stringerla così forte … vorrei poter restare qui tutta la vita!
– Qui è stupendo, – gioiscono gli orecchini, – le mie perle giocano a nascondino tra i suoi capelli … come è dolce e profumata la loro carezza!

Margherita esultante fece il giro del palazzo per mostrare a tutti quanto i nuovi gioielli le si adattassero e la rendessero ancor più carina. Poi felice uscì e andò a visitare tutti i suoi amici e conoscenti: era un continuo di lodi e di complimenti di ammirazione!
I gioielli sentivano tutto quello che accadeva a Margherita e, mentre Gino comprendeva di averne solo un piccolo merito, gli altri due si inorgoglivano, pensando di esserne ciascuno la ragione principale.

Margherita si entusiasmò a tal punto da organizzare una grande festa la sera stessa.
L’incontro fu magnifico. Tutti furono felici di parteciparvi e di poter ammirare la sua eleganza e bellezza. Non immaginate quanti ragazzi la invitarono a ballare con loro.

Al termine della festa Margherita finalmente si ritirò nella sua stanza. Era felice ma abbastanza affaticata. Così si preparò in fretta per riposare.
Si tolse e ripose la bellissima cintura e la preziosa collana, ma per la stanchezza scordò di levarsi gli orecchini e con quelli ancora indosso si addormentò.

Quando Gino comprese che si era assopita, conscio che il verdetto dell’indomani non gli sarebbe stato favorevole, cominciò a commiserarsi. Margherita si era scordata di togliersi gli orecchini, confermando quanto poco importanti fossero per lei.
Sicuro di non essere udito, prese a singhiozzare e al pianto mescolava parole appena, appena sussurrate. Erano parole di amore deluso, piene di dolcezza, affetto struggente verso Margherita. Gino ripeteva tra sé e sé che non avrebbe mai potuto vivere senza di lei. Davvero il suo cuore non sapeva darsene pace.

Fiori di campo Il confine tra il sonno e la coscienza non è sempre preciso. Gino non se lo immaginava, ma ogni parola inavvertitamente sussurrata all’orecchio della ragazza, giungeva dentro al sogno di Margherita e da lì il suo animo le raccoglieva una per una, commovendosi. Perché era come se stesse cogliendo un mazzo di semplici fiori di campo, dove ciascuno è molto modesto, quasi insignificante, ma poi capace di formare con tutti gli altri un mazzo meraviglioso.
L’immagine che lei aveva avuto sino ad allora del suo amico si andava trasformando, arricchita di sfumature, dolcezze e affetti impensati: non più un normale compagno di allegrie e divertimenti, ma un ragazzo ricco d’affetto, più interessante, più affascinante di tanti altri.
E nel sonno se ne innamorò.

Al mattino la magia era svanita: i gioielli non c’erano più.
Nulla in realtà era successo: tutto non era stato che un sogno, sia per Margherita che per i tre suoi amici.
Le Fate erano state davvero magiche.
Tutto era svanito, o meglio: quasi tutto, perché una cosa importante era rimasta: il risveglio non aveva cancellato quel nuovo sentimento sorto nel cuore di Margherita.
La scelta era avvenuta: lei aveva deciso chi sarebbe stato il suo futuro sposo!

Marco e Luca, nonostante la sconfitta rimasero amici di Gino. Riconoscevano che la competizione era avvenuta secondo le regole decise insieme.
Restarono anche amici di Margherita, rispettando la sua decisione. Difatti, qualche anno dopo, parteciparono felici alle nozze, anzi, a riprova dell’amicizia che continuavano a serbare per Margherita, si diedero molto da fare per il suo regalo di matrimonio.
Con impegno cercarono e cercarono, finché riuscirono a trovare qualcosa che assomigliasse ai gioielli con cui quel giorno avevano provato a competere con Gino: una splendida collana e una meravigliosa cintura.
Quasi belle come quelle della Fata (un po’ meno ….).



G.A.

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